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In Lessinia tra malghe, contrade e "memorie" Piero Piazzola, Bepi Falezza a cura di Anna Solati
fotografie di A. Scolari |
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Contrà Beccherli
Contrà Beccherli
Beccherli, come scrive Laura Ragnolini Sauro, è una delle contrade più antiche della Lessinia Centrale insieme alle vicine: Scolo, Tinazzo, Scandola ed è citata in documenti del Quattrocento. E’ situata a 1231 metri di quota in una conca rivolta verso sud e fornita di una piccola sorgente d’acqua che va a finire in un inghiottitoio carsico alla base di una piccola parete. La sorgente inizialmente andava a defluire in una vasca scavata in roccia, da questo particolare sembrerebbe derivare il nome della contrada: Becherlein, infatti, vorrebbe dire «piccolo bicchiere». Ma un’altra versione, probabilmente la più corretta, farebbe derivare il toponimo da bek o wek, al diminutivo: «piccola strada».
Alla contrada si arriva con una stradina che si stacca dalla provinciale Bosco Chiesanuova – San Giorgio a circa 3 chilometri e mezzo sopra il paese. Scrive M. Delibori: «La contrada ha mantenuto l’antico impianto documentato nella mappa del catasto austriaco del 1845; nessun altro edificio è stato aggiunto dopo tale data, ma solo alcune ristrutturazioni sono state eseguite dai proprietari che vi vengono ad alloggiare durante l’estate. Adesso vi abita una sola famiglia».
Per conoscere qualcosa della sua storia, una data compare su una pietra d’angolo del rustico iniziale della contrada: 1747; ma questo è probabilmente il fabbricato meno antico. Due case, dunque, si distinguono su tutte le altre: esse hanno la facciata più alta e intonacata, il tetto meno spiovente e tutto in pietra, i comignoli e le finestre anche ai piani superiori; una di tali abitazioni dovrebbe essere stata costruita prima di tutte le altre, come dimostrano le pietre angolari poste ai due spigoli esterni della facciata.
Volendo azzardare una data di costruzione ci si può basare su alcuni elementi architettonici; le finestrelle piccole e a “sguancio”, un grande arco, poi murato, e la grandezza delle pietre angolari poste di taglio, collocano questa costruzione intorno al 1500. Una casa, considerata “primogenita”, mostra invece dei tratti “signorili”. Le pietre sagomate alle finestre, e l’arco della porta di entrata inserito postumo, fanno dire ai vecchi che quella era un’osteria frequentata da carbonai e taglialegna; tant’è vero che sull’intonaco della facciata s’intravedono ancora adesso le scritte “Vino” e “Pane”; gli esperti affermano che essa potrebbe risalire al 1400. C’è poi una casa che, per la sua caratterizzazione architettonica, può essere collocata come epoca nel Seicento e può essere definita come “palazzina padronale”.
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