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In Lessinia tra malghe, contrade e "memorie" Piero Piazzola, Bepi Falezza a cura di Anna Solati
fotografie di A. Scolari |
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Malga Bocca di Selva
Malga Bocca di Selva
Bisogna dire che il toponimo “Bocca di Selva” è stato fedelmente attribuito alla “montagna” in parola e non da poco tempo. Infatti, giunti a Bocca di Selva, con un po’ di immaginazione si ha proprio l’impressione di entrare nel cuore della Lessinia, come se il toponimo “bocca” volesse indicare l’imbocco, la porta d’accesso a quella che, nel lontano passato, era la foresta della Lessinia, la “selva”. E, propriamente, da Bocca di Selva inizia l’antica strada bianca che porta alle altre malghe, Podestaria compresa. Da Bocca di Selva parte anche la “Translessinia”, la pista per lo sci da fondo che, durante l’inverno, nevicate permettendo, offre agli appassionati di questo sport una splendida escursione di una diecina di chilometri.
Bocca di Selva è un’antica “montagna” per il pascolo estivo. E’ nominata già nel 1218 in un documento in cui è scritto …et de uno capite Bocadeselua… (e da un lato c’è Bocca di Selva), ovviamente la “selva” non c’è più. Come vogliono gli storici è stata distrutta dai boscaioli cimbri e, chi cammina sui pascoli della Lessinia, potrà accertarsi con i propri occhi che, veramente, c’era una selva. In quei posti, dove una pianta è stata tagliata e sradicata, infatti, é rimasto come segno un piccolo avvallamento. Il toponimo “Selva”, tuttavia, è restato non solo qui, ma anche in svariate altre località come: Selva di Progno, Selva di Trissino, Selva di Gambellara, Selva Vecchia, Selva di Val Gardena, Selva di Cadore…
Per giungere a Bocca di Selva si deve prendere la strada che da Bosco Chiesanuova sale verso Griez e poi verso Tracchi. Prima di arrivare a Tracchi si gira a sinistra, si sale per un centinaio di metri fino all’arco di ingresso della Translessinia. Lì è Bocca di Selva. È facilmente individuabile, perché, per evitare che le automobili vadano fino sulla porta del baito, è stata costruita una caratteristica staccionata in Rosso ammonitico con dei pali di abete a mo’ di serraglio. Il bàito è a quota 1551; il pascolo che misura 70 ettari, di cui 8 a bosco, può ospitare 88 capi bovini. La malga è formata da bàito, casara, stalla e ghiacciaia.
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