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In Lessinia tra malghe, contrade e "memorie"

Piero Piazzola, Bepi Falezza

a cura di Anna Solati

 

fotografie di A. Scolari

 

 

Cazzano di Tramigna

 

oratorio San Pietro in Briano

 

 

E’ più conosciuto come “Brian di Cazzano di Tramigna” ed è intitolato a San Pietro. Si tratta di un vero gioiello dell’arte trecentesca, fatto costruire, là sopra un monte a mattina di Cazzano di Tramigna, in mezzo ad un bosco di olivi, da una “fraglia” di “disciplinati”, vale a dire da una compagnia di volontari che si dedicavano alla preghiera e al soccorso delle persone in difficoltà  non solo fisiche (malattie e decessi),  ma anche economiche.    

 

La compagnia, o meglio la “fraglia”, così chiamavano i soci della confraternita la società che frequentavano, aveva sede in San Pietro di Cazzano e aveva un suo nome personale: «Venerabile Schola di San Pietro di Cazzano». Aveva un suo regolamento specifico dal titolo «Capitoli et Ordini da osservarsi della Compagnia di San Pietro, cioè Disciplina», datato 1636, ma che era già stato approvato in precedenza nel 1582.

 

Ma qui vogliamo solo entrare nel merito dello splendore artistico che l’oratorio racchiude, perché oltre alla storia gloriosa di un’associazione filantropica, questo è un monumento che meriterebbe di essere maggiormente conosciuto e valorizzato. L’edificio, all’esterno, non presenta particolari elementi costruttivi che offrano indicazioni temporali precise.

 

Gli unici indizi di riferimento sono ancora gli affreschi presenti sulle pareti esterne e quelli all’interno che ne fanno datare la costruzione al Trecento. I soggetti delle pitture di San Pietro si legano strettamente al movimento laico; sono raffigurati Cristo, nei momenti della Passione, della morte e della Resurrezione, la Madonna e numerosi santi, non santi qualsiasi, ma santi martiri. Le personalità di maggior rilievo raffigurate sono quelle dei maestri delle quattro scene cristologiche e quelle della teoria degli apostoli, che presentano evidenti contatti con la pittura giottesca. Tra i santi effigiati alcuni sono raffigurati proprio nel momento stesso del martirio, come nel caso di santa Caterina, di san Biagio e di santa Margherita.

 

 

I “disciplinati” della compagnia di Cazzano occuparono la chiesa fino al 1809, anno in cui vennero soppresse tutte le confraternite; nel corso dei secoli si erano presi cura dell’oratorio conservandolo e mantenendolo in ordine come testimoniano diversi documenti, mentre, dopo lo scioglimento della “fraglia”, la cappella conobbe momenti difficili. Nella prima metà dell’Ottocento l’oratorio sembrò abbandonato.  Dopo il 1857 fu riparato e reso nuovamente idoneo al culto. Poi si rese necessario il restauro che fu portato a compimento con l’intervento della Soprintendenza del Veneto.