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In Lessinia tra malghe, contrade e "memorie"

Piero Piazzola, Bepi Falezza

a cura di Anna Solati

 

fotografie di A. Scolari

 

 

Contrà Campe

 

Contrà Campe

 

Prima di parlare della contrada Campe bisogna subito fare una distinzione: è giusto aggiungere “di Velo Veronese”, ma è altrettanto corretto premettere “di Azzarino”. Che cos’è Azzarino? Il toponimo, secondo Benetti, potrebbe derivare da Adarin, che è un diminutivo del latino arger e agger «argine», nel dialetto veronese àrzere e àrdare. Il territorio di Azzarino è tutta una successione di argini e di valloncelli.

 

Azzarino fin dall’antichità, dal momento cioè della diffusione dell’elemento “Cimbri” in Lessinia, è sempre stato “comune” autonomo e, prima di tale occupazione, era già conosciuto col nome di Azerinum. Una pagina importante della vita di Azzarino l’hanno scritta i terreni svegrati (dissodati), i poderi recintati da lastre di pietra, le splendide antiche costruzioni a casa e a stalla, e le sculture popolari di bella fattura.

 

La sua storia non può contare su fatti particolarmente straordinari: solo una spedizione punitiva dei suoi abitanti in centro a Velo, con incendio della casa del comune, che come tutte o quasi le costruzioni di quegli anni, era coperta di paglia, e che pertanto andò distrutta.

 

Il fatto ebbe luogo quando, subito dopo la caduta di Venezia, Napoleone unì Azzarino, come frazione, al comune di Velo. Bepi Falezza, in questa sua visione della contrada, ha riservato un occhio speciale a un gruppetto di case di Campe.

 

Le contrade che formano Azzarino sono Battisteri, Bruschi, Campe, Chiarenti, Cóvel, Kramar, Laste, Pózze, Riva, Rosàro, Schiavoni, Scrivazzi, Técchie e Valsguerza.

 

Il nome della contrada, potrebbe derivare da campus, «campo». Se ne parla per la prima volta in un documento del 1566.

 

Vi si notano un baito, una fontana e un pozzo. Sul muro di un’abitazione, si trova un capitello con l’immagine della Madonna con il Bambino che risale al 1871 e riporta l’epigrafe : « INDULGENZA DI 40 GIORNI A CHI DICE AVE MARIA» e sotto : « A.M.R. VERGINE PER M.D. M.T. E.F. A 1871» A destra del capitello si trova la stalla con il tetto a tesa cimbra riprodotta anche dalla nostra immagine. La chiesa che risale al XIX secolo è dedicata a San Giuseppe.

 

Il termine “campus” anticamente valeva non tanto come appezzamento di terreno coltivato, quanto, invece, come una certa estensione di terreno, piuttosto vasta. Si veda, a questo proposito, Camposeluone (Camposilvano) e Campod’albera (Campodalbero).

 

Un toponimo “campe” si trova anche a Campofontana, sopra un dosso lungo e piatto che si dice fosse stato il primo accampamento dei Cimbri in quel paese. A Campofontana, però, tradizione orale vuole che anche in contrada Campe di Azzarino ci sia stato un accampamento analogo.