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In Lessinia tra malghe, contrade e "memorie" Piero Piazzola, Bepi Falezza a cura di Anna Solati
fotografie di A. Scolari |
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"Colonnette" con ... Crocifissioni
La stele di contrada Santólli che contiene una tavoletta raffigurante una Crocifissione invita il lettore, l’escursionista e l’appassionato che venga nelle nostre zone a meditare su qualche pagina di cultura relativa all’arte popolare in Lessinia e, nel caso specifico, alle “Crocifissioni” scolpite su pietra.
Lo studioso veronese Lanfranco Franzoni e lo scultore Gino Bogoni, negli anni Cinquanta, raccolsero, documentarono una per una — e ne fecero anche copie in gesso — tutte o quasi tutte le colonnette esistenti in Lessinia e nel vicino territorio dell’Alto Vicentino. Il Franzoni, poi, dopo averle catalogate, fotografate e commentate, — e non solo le Crocifissioni — le pubblicò in un volume che uscì negli anni Cinquanta in prima edizione, poi ristampato nel 1980.
A proposito di colonnette con edicola vuota — che non si sa cioè quale immagine esse contenessero —il Franzoni fece un giro di ricognizione in alta Lessinia, tra Valdiporro e Velo Veronese soprattutto, e scoprì che la maggior parte di esse si trovavano nella zona di Velo Veronese; pochi o addirittura nulli gli esemplari esistenti in altre località e concluse che questo tipo di scultura popolare nell’alta Val del Chiampo e sui Lessini veronesi orientali non si spinge oltre il XVII secolo.
Si tratta di pilastrini in Rosso Ammonitico, alti circa un metro, con forma di una colonnetta terminante in un “capitello”, scolpito a bassorilievo, che di solito raffigura la “Madonna col Bambino” con uno stile molto semplice e lineare.
Breonio - colonnetta
Parpari, sentiero per Malga Monticello - colonnetta
Pagani - colonnetta
Le più antiche risalgono al Quattrocento e sono caratteristiche perché vi si trovano anche alcuni santi, come San Sebastiano e Sant’Antonio abate: santi protettori contro le malattie dell’uomo e del bestiame. Le più belle, erano ubicate (talune sono state trafugate o annientate) nell’alta Valle dell’Alpone, tra Bolca e San Bortolo delle Montagne e nell’alta Valle del Chiampo (Durlo e Crespadoro). A Campofontana e dintorni alcune sono ancora visibili e ispezionabili.
E’ in corso una raccolta analitico-fotografica, ragionata, da parte del Museo dei Cimbri di Giazza: un catalogo dell’esistente.
Nel Settecento si assiste all’affermazione di nuove forme e tematiche scultoree, quali ad esempio le crocifissioni, che subentrano come “tavolette” in talune particolari forme di colonnette. In questo secolo, in altre parole, vengono abbandonate le colonnette e simili forme di scultura per passare ai capitelli architettonici e alle grandi Croci. Ma, ugualmente, si rinvengono ancora esemplari di un’età e di una tipologia di mezzo; cioè colonnette con sculture raffiguranti la crocifissione. Un esempio di trapasso da una forma all’altra la troviamo in località Valle di Velo: una colonnetta con nicchia vuota, ma sovrastata da una croce: il tutto in un unico blocco.
In contrada Pezzo di Valdiporro, poi, in una cappella è conservata una tavoletta con Crocifissione in cui si vedono il Cristo e due oranti — tema che si ripete molto spesso — che potrebbe essere datata al 1513, circa, cioè l’anno che si vede inciso sulla chiave di volta della cappella. A Chiesanuova una stele, detta comunemente “Capitello del Cristo”, datata 1621, porta una singolare iscrizione che merita di essere citata: PER SIGNUM CRUCIS / DE INIMICIS NOSTRIS / LIBERA NOS DEUS NOSTER / LVRS CHRISTIANUS CARPINUS RECTOR / ECCLESIAE NOVAE / DIE 27 MENSIS JANUARII / MDCXXI / PROPTER MORTEM / Q THOMASII CARPINI / SUI NEPOTIS.
Procedendo verso est, lungo il sentiero che sale alla chiesetta di San Moro, a San Mauro di Saline, si rinviene un’ennesima stele, datata 1742, che presenta una croce in rilievo alla cui base si legge la dedica per ricordare la morte sotto la neve di un certo Spinelli: ERIDANTUS SPI / NELI HIC SUP / OCATUS FUIT A /NIVEAM MOITAM.
Ve ne sarebbero parecchie altre da ricordare, ma desideriamo terminare questa rapida rassegna sulle tavolette o cippi che riproducono la Crocifissione con un altro stupendo esemplare, proveniente da Bolca e ora al Museo di Bosco Chiesanuova: il Cristo tra due pie donne «in un rilievo di eccezionale valore plastico che nulla concede al gusto per l’ornamento, ma tende piuttosto a suggestioni psicologiche.”
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