HOME - IN LESSINIA

In Lessinia tra malghe, contrade e "memorie"

Piero Piazzola, Bepi Falezza

a cura di Anna Solati

 

fotografie di A. Scolari

 

Contrà Costamora

 

Contrà Costamora

 

Proprio davanti alla chiesetta di contrada Costamora, in quel di Erbezzo, passa un’antica strada, ora ridotta a mulattiera, che collegava - e continua a collegare - questo settore occidentale del territorio lessinico col fondovalle (Vajo dei Falconi) e con l’altra parte della Lessinia, quella più a occidente: Sant’Anna d’Alfaedo, Breonio, Fosse. Di Costamora se ne parla in alcune cronache delle visite pastorali a cominciare dal tardo Seicento. E’ una contrada con una piccola chiesa, molte case e stalle; ma poiché essa viene a trovarsi sul cammino tra una dorsale e l’altra, tra una valle e l’altra, per forza di cose, i vescovi, passandovi davanti, non potevano non fermarsi, non visitarla e non lasciare dei ragguagli.

 

Costamora - se ne ha notizia ancora dal 1189 come Costa Majore - è una grossa contrada, la più abitata nel territorio erbezzino. Per arrivarci comodamente con l’auto bisogna prendere la provinciale da Bellori, via Corso, La Rocca e poi si devia a destra per Costamora e Portello. Appena si entra in contrada ci si fa incontro il baito datato 1843, che serviva alla comunità per la produzione di burro e formaggio e una bella “colonnetta” del 1692 che porta incisa un’epigrafe latina (non propriamente corretta) che recita: ECCE CRUCE DOMINI NOSTRI / JESU CHRISTI / FUGITE PARTI ADVERSE VICIT LEO / DE TRIBU ET CRUCE TUAM SAN /T DI (REDEMISTI MUNDUM)/ M.

 

Si tratta di un brano dell’Apocalisse in cui Gesù è paragonato a un leone che salva gli uomini dal demonio. Il tabernacolo della colonnina è vuoto, ma vi doveva essere una tavoletta scolpita; non si conosce che fine abbia fatto e nemmeno cosa raffigurasse. Sopra la nicchia alcune spirali racchiudono un piccolo Cristo scolpito.

Là dove gli edifici terminano si fa avanti l’oratorio, con facciata a capanna, dedicato ai santi Vitale, Giovanni Battista e Rocco, databile, secondo una pietra incisa sul lato destro, al 1694. Sembra però che sia stato costruito qualche decennio prima perché è ufficialmente dedicato a San Rocco, protettore contro la peste; nel verbale di una visita pastorale del 1652, infatti, risulta eretta in ringraziamento al santo di Montpellier per lo scampato pericolo.

 

Domina la costruzione un piccolo campanile a comignolo, come i camini delle case, sul quale due lastre di pietra fanno spazio a una piccola campana. Leggiamo uno dei vari riferimenti su Costamora, tratto dal verbale del vescovo Francesco Barbarigo. Martedì 15 giugno 1700: il Barbarigo si trova a passare da Costamora e visita l’oratorio che, peraltro, sui verbali risulta dedicato ai santi Giovanni Battista e Vitale: Oratorium SS. Io. Baptistae et Vitalis de Costamaure, nuper fabrefactum ab hominibus eiusdem Centratae ... adest legatum q. Joannis et Baptistae Forofois … relicto ad ipsis Forofois ex fundatoribus eiusdem Oratorii.... Poi la strada prosegue per contrada Portello, singolare per i suoi volti, i suoi portali e le sue murature.