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In Lessinia tra malghe, contrade e "memorie"

Piero Piazzola, Bepi Falezza

a cura di Anna Solati

 

fotografie di A. Scolari

 

 

Contrà Covile

 

Contrà Covile

 

Ongar, Masi, Scolo, Tinazzo, Zamberlini, Scandole, Sauro, Beccherli, Merli, Foi, Labe, Gonzi, Segai, Covile non sono che alcune tra le più belle contrade antiche del territorio di Bosco Chiesanuova, quelle cioè che meglio di tutte hanno conservato lo stile architettonico tipico dell’edilizia cimbra che si distingue in modo particolare per la forma dei tetti e per alcuni elementi architettonici singolari, quali i bocarói, la copertura a lastre di pietra, le porte ad arco, le finestre “antilupo”, le case a schiera; l’aspetto architettonico, insomma, che è stato definito “a tesa cimbra”, e contrada Covile comunica tutte queste caratteristiche. Covile è toponimo cimbro e potrebbe voler significare «recinto per pecore» oppure «cóvolo, tana per belve».

 

Per raggiungere Covile si prende la strada provinciale che da Bosco Chiesanuova si dirige verso San Giorgio e la Podestaria; dopo contrada Grietz, sulla destra, a un chilometro circa, si presenterà lo scenario di contrada Covile, nella quale fanno spicco i tre edifici adibiti ad abitazione e a stalle.

 

Ma come e dove sorsero le contrade? Facciamo un passo indietro e ritorniamo al Trecento quando il vescovo di Verona, Bartolomeo della Scala, concesse dei territori da disboscare e da dissodare a un gruppo di contadini carbonai di provenienza tedesca, i cosiddetti “Cimbri”. Ad ogni famiglia e ai suoi discendenti donò in perpetuo un maso (25 campi). Ovviamente i masi venivano attribuiti con estrazione a sorte: a chi toccava in basso e a chi in alto, a chi su un dosso e a chi in una valletta. Quindi i masiéri, nel podere loro concesso, dovettero cercarsi il posto migliore per costruirsi casa e stalle. Cercarono ovviamente di costruire in un luogo soleggiato per ripararsi il più possibile dal freddo dell’inverno; oppure in un luogo riparato dai venti; o meglio ancora, sopra un dosso o dove c’era una sorgente d’acqua, o dove scorreva un ruscello, vicino a un vaio.

 

Ecco, allora, alcune ipotesi che potrebbero spiegare come e dove si sono formate le contrade. La contrada (che, molto semplicemente, significa gruppo di case con una strada in comune che le aggrega e le collega alle altre) si va via via definendo con la costruzione di altre case; quelle dei figli o di parenti stretti, e con le indispensabili strutture per riparare gli animali (stalle), per conservare il fieno, il letame e i prodotti della terra.