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In Lessinia tra malghe, contrade e "memorie"

Piero Piazzola, Bepi Falezza

a cura di Anna Solati

 

fotografie di A. Scolari

SAN MARTINO B.A.

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Croce dell'Ingroba

Nella primavera del 1992, Giorgio Pirana di Colognola ai Colli, durante una delle sue abituali camminate sui monti che circondano Campofontana, per la precisione sulla montagna denominata “Porto di Sopra”, alla ricerca di eventuali altre testimonianze non documentate dell’iconografia popolare, le cosiddette “colonnette”, ebbe a fare una scoperta veramente eccezionale.

 

Nei pressi della pozza, detta dell’Ingroba, che vuol dire «fossa, avvallamento, corso d’acqua» e che serve tuttora per l’abbeveraggio del bestiame durante i mesi della monticazione, rinvenne un’enorme e pesantissima croce in pietra, alta oltre due metri e trenta, tutta sommersa dalla cotica del pascolo, crollata da parecchi decenni, quasi certamente investita da una valanga, rimasta poi in quel luogo, sotto il terreno trascinato a valle dallo smottamento e finita dimenticata dalla gente del luogo che forse, non scoprendone le tracce, non ne fece più alcuna ricerca e la ritenne definitivamente perduta. 

 

Nell’agosto successivo, un gruppo di volontari del luogo, guidati dal Pirana, con l’aiuto di alcuni villeggianti e di soci della Pro Loco di Campofontana, si preoccupò di disseppellire la croce, di rafforzarla sul retro con due longheroni di ferro, di ricostruirla nelle sue forme originali (perché la valanga l’aveva spezzata in due tronconi), di rimetterla in piedi nello stesso punto che denotava il luogo della collocazione originaria.

 

Nella domenica successiva, una notevole folla di gente, richiamata sul posto dalla novità, presenziò alla sua risistemazione nel luogo dove era stata trovata, e alla sua benedizione assieme al parroco don Angelo Zordan, con la presenza del coro “Piccole Dolomiti” di Colognola ai Colli che accompagnò i momenti liturgici della Messa al Campo.

 

Difficile è stato capire quando e per quale motivo la croce era stata innalzata. Da una prima lettura dei caratteri incisi sui bracci si è riusciti a decifrare in qualche modo queste lettere: sul braccio di testa, sopra l’incrocio,  “…ANI …A”; sul seguito dell’asta, sotto l’incrocio, “… I…NA”; sul braccio di sinistra, una serie di segni confusi, di cui alcuni minuscoli, su quello di destra, infine, la parola “…ORSSOLA”. Sembrava, pertanto, che la vittima di quella tragedia fosse stata una certa Orsola di contrada Pagani e che, a guardare alla forma e alla struttura artistica, la croce fosse stata eretta nella seconda metà del Settecento.

 

Una lettura dei registri di morte conservati nell’archivio della parrocchia di Campofontana, però, non riportava alcuna notizia circa la morte di questa sfortunata “Orsola”. Si trovavano, invece, brevi relazioni dei parroci circa i decessi dovuti a frane e a slavine, come anche a morti violente avvenute proprio nella zona dell’“Igròba”, attorno alla pozza in questione e per futili motivi.

 

Recentemente ho avuto, però, la fortuna di riesaminare alcuni registri dei morti della parrocchia e di arrivare, finalmente a comprovare, con un documento inequivocabile, la storia di quella croce. Ecco la relazione scritta del parroco don Antonio Salgari che resse la parrocchia dal 1852 al 1878:

 

« Pagani Angela, d’anni 21, cattolica, condizione villica, domicilio di qua, in contrà Pagani, fu Domenico e di Pagani Orsola, lì 27 gennaio 1856, precipitò in vicinanza del Baito della Montagna Alba di Sopra, unitamente a Pagani Carolina di Antonio, sopra le nevi aghiaciate, e costrive (trascinate, ndr) ambidue per lo spazio di circa un quarto di miglio e ciò fino nella Montagna L’Obbia sulle cosiddette Groaben restando la prima estinta, la seconda infranta una coscia. Iddio conceda requiem alla stessa. Salgari Antonio Parroco».

 

Dunque il nome di “Angela” non è chiaramente leggibile, mentre lo è invece il cognome PAGANI, chiarissimo nelle tre ultime lettere “ANI..” seguite da una “A…” (ANGELA), il nome della sventurata;  infine, sul braccio destro è chiaro il nome della madre ORSOLA. È stato risolto, così, un … giallo di circa duecento anni fa.

 

 

Croce dell’Ingroba