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In Lessinia tra malghe, contrade e "memorie"

Piero Piazzola, Bepi Falezza

a cura di Anna Solati

 

fotografie di A. Scolari

SAN MARTINO B.A.

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Fontane d'epoca

 

Nel capitolato d’affitto della montagna Lobbia del 1793, al capo XII si tratta degli obblighi del «condutor di detta Montagna, di preservare anzi meliorar a proprie spese le Pozze, cioè beveraggi, come anco la fontana del Mitarbèc e le strade delle Rive: le Pozze sono quelle delle Gruoban  e su le Scogian e di farne un’altra dentro su le Pieghe …»

 

Chi ha superato la Cinquantina potrà ricordare – siamo convinti – quali proporzioni negative aveva raggiunto il problema dell’acqua da noi in Lessinia prima che la Comunità Montana e altri enti arrivassero a risolvere quasi del tutto il problema con una stazione di sollevamento delle acque dalla Val d’Adige: c’erano le pozze per il bestiame, i pozzi di acqua piovana nelle contrade, di solito privati, le scarse vene d’acqua o meglio ancora le piccole sorgenti che scaturivano qua e là e risentivano dell’andamento delle stagioni.

 

Si ricorderà che le nostre donne andavano con la dèrla (il bicollo) e i séci (secchi) a far provvista d’acqua potabile per bere e far da mangiare alle sorgenti più vicine. Al mio paese, Campofontana, erano quattro le sorgentine che, in qualche maniera, dissetavano la popolazione fino agli anni Cinquanta del secolo passato: la Fontana del Mouss, la Fontanèla del Prete, la Fontana del Spitz, la Fontanèla dei Pelosi…. Oggi confluiscono tutte in un acquedotto.

 

Non diversa, e non meno pesante, dovrebbe essere stata la situazione nei secoli precedenti se pensiamo che a metà del Cinquecento il Comune di Verona fece eseguire dai suoi esperti un rilevamento sullo stato delle strade e una schedatura delle sorgenti. Vediamone alcune solo nella bassa Lessinia (traduciamo dal latino per comodità del lettore). A Cancello: “Una fontana in contrada Lanachi la cui acqua serve alle case e al molino di Labaro” e  un’altra fonte, detta “Fontana di Peroti”. A Castagné: una fontana detta “L’acqua della Vargiana” e una fontana detta “La Pozza”. A Trezzolano, quattro fontane: una pubblica, detta “La fontana de Albisan”, una detta “Fontana dei Crignoli” e due altre fontane, dette “Dei Righi” e dei “ Saleti”.

 

A Tregnago: una fonte detta “La Fontana del Rio”, un’altra detta “La fontana”, una terza detta “Le Fontanine”. A Lugo di Stallavena: una fontana detta “La fontana del Predaro”, una seconda, detta “La Fontana Spionche”, una terza detta “La Fontana della Val de l’aqua”. A Centro di Tregnago: una fonte detta “La Fontana del Travaglio”. A Tavernole: una fonte detta “La fontana di Beni”. A contrada Corno: La “Fontana di Peroni”. A Mezzane di Sopra addirittura tre fontane: “la “Fonte della valle”, la “Fontana di Canichion”, ed una fontana senza nome.

 

Ultima considerazione: con quale rispetto e venerazione abbiano trattato l’acqua i nostri antenati ce lo dimostrano le numerose fontane pubbliche di cui ancora oggi si gode la visione: la “Fontanina dei giassarói” ad Arzeré;  la “Fontana dei Pagani” a Campofontana; la storica “Fontana di Sant’Andrea”;  le numerose fontane coperte di Tregnago; la fontana dei “Fontani di Velo”, la “Fonte miracolosa di San Mauro di Saline”,  e tante altre ancora.

 

Zivelongo fontana lavatoio

 

Vaggimal fontana lavatoio