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In Lessinia tra malghe, contrade e "memorie"

Piero Piazzola, Bepi Falezza

a cura di Anna Solati

 

fotografie di A. Scolari

 

 

Contrà Gonzo

 

 

Contrà Gonzo

 

Se vai a Badia Calavena e prendi la provinciale che va a Selva di Progno, prima di arrivare alla nota località di Ca’ del Diaolo, sorpassi sulla destra una corte che si apre sulla strada stessa: è contrada Gonci. Ma non è questa la contrada che vogliamo descrivere, ma quella poco lontana che si chiama Gonzo.

 

Gonzo, Gonzi, Gonci, sono toponimi non molto frequenti in provincia di Verona, molto più numerosi, invece, in provincia di Vicenza (Camisano, Creazzo, Dueville, Marano Vicentino, Schio). Nel Veronese, se non andiamo errati, contrade Gonzo o Gonzi o Gonci si trovano solo a Cerro e a Badia Calavena.

 

I cognomi, invece, derivati da questi toponimi sono numerosissimi in ambedue le province: Gonzo e i Gonzati. Giovanni Rapelli, lo specialista della toponomastica, si ritiene sicuro che Gonzo e Gonci e Gonzi sono cognomi derivati da un soprannome: Gunz, forma contratta dell’antico alto tedesco Gundizo. E cita parecchie attestazioni che risalgono addirittura al Duecento, come goncius pivator todeschus, Rubeus Gonzi, conziuis delagurdia, gunço todesco.

 

Ma non c’è una traduzione in italiano; se dovessimo badare al significato italiano si tradurrebbe con «credulone, sciocco, ingenuo». Interessante quel goncius pivator, in cui il pivator suonerebbe come «suonatore di piva». In Lessinia cimbra e anche a Verona sono numerosi anche i cognomi cimbri di Gaiga e gaiga in cimbro significherebbe suonatore di piva.

 

Ma torniamo alla nostra contrada Gonzo e per un attimo a Badia, capoluogo e avviamoci pure verso Ca’ del Diaolo; subito dopo l’abitato si stacca sulla destra una stradina asfaltata che sale lungo una dorsale sulla quale sono ubicate le contrade Cùneghi, Ca’ del Teio e, più a mattina, Poletti e Gambari. Dopo aver percorso una serie di curve a tutto sesto, sfociamo nel pieno della contrada Gonzo.

 

Gonzo è una bella e grande contrada disposta su due file di edifici, rurali e abitativi, con una casa padronale che sulla facciata propone una bella meridiana; su un’altra casa un affresco di mano popolare nel quale, a mala pena, si riesce a riconoscere la figura di San Giorgio che uccide il drago. Anticamente — raccontano gli anziani del luogo — la contrada si chiamava «Santa Maria» e v’era pure un ospizio per i pellegrini.

 

La contrada conserva ancora tre begli esemplari di pozzi all’antica, di cui uno, in particolare, mostra un grosso palo che sorregge la catena del pozzo con cui si sollevano i secchi pieni d’acqua. Contrada Gonzo è dominata dall’alto da una chiesetta intitolata alla Madonna del Carmine; la tradizione vuole che sia stata costruita dove c’era un capitello fatto erigere da due pastori.