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In Lessinia tra malghe, contrade e "memorie" Piero Piazzola, Bepi Falezza a cura di Anna Solati
fotografie di A. Scolari |
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Lacci per cotorni Chi vuole andar a vedere la magnifica Foresta Demaniale di Giazza e a godere un tantino della freschezza dell’aria e della purezza del suo ambiente, deve salire fino al Rifugio di Revolto (m 1336). Ma prima converrà far una sosta, tanto per ricreare anche la mente, alla cosiddetta “Madonnina”, cioè nel punto dove s’incontra uno spuntone di roccia che affianca la strada. La roccia ha questo nome, perché vi è stata ricavata una nicchia e dentro è stata collocata un’immagine della Madonna.
Giazza. La Madonnina.
Poco distante, proprio sul ciglio a valle della strada, si innalza una lapide con una strana scritta di cui riportiamo la parte più interessante: « VOLENDO IL MISERO METER / LACCI PEI COTORNI NEI COVOLI / DI MANDRIELLO AVEVA SECO IL / FANCIULLO TUSE DOMENICO DI / LUIGI D’ANI 14 PRECIPITARONO/ DALLA RUPE DI FACIATA SINO AL / TORENTE DOM. 5 GEN. 1858 / TROVATI NELLA NEVE IL POPOLO / LI 7 DETTO / ERCOLE CRIST. FU DOM. E SO. /TERESA E MARIA F.ª LI 20 MAG / 1859».
Erano Dal Bosco Evangelista fu Domenico Ercole di anni 28 che aveva portato con sé un ragazzo della sua stessa contrada, certo Dal Bosco Tuse Domenico di Luigi, di anni 14. Erano scivolati sotto una valanga mentre stavano conciando lacci per catturare coturnici. Furono trovati sepolti dalla valanga, soffocati dalla neve; la ricerca era stata organizzata in massa dalla gente di Giazza il 5 gennaio 1868. Anche la Montagna Mandriello ha voluto lasciare le sue vittime come tante altre montagne della Lessinia.
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