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In Lessinia tra malghe, contrade e "memorie" Piero Piazzola, Bepi Falezza a cura di Anna Solati
fotografie di A. Scolari |
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Malga Malfatta
Malga Malfatta
Tra le malghe in territorio erbezzino — e sono tante: 18 —Malfatta è a quota m 1330 circa, lungo la mulattiera che dalle contrade Valbusi e Bernardi si inerpica lungo il vaio che conduce a Castelberto (vedi itinerario 257 del CAI Lessinia). Strada facendo s’incontrano le malghe già citate nel capitolo della malga Darochéto e, in particolare, sulla destra del cammino, s’intravede Malga Maso a quota 1224.
Il nome di Malfatta le deriva dalla famiglia Malfatti di Verona che ne entrò in possesso già nel 1557. Un volume con documenti storici che vanno dal 1161 al 1781 fa sapere che quasi tutte le malghe della Lessinia erano di proprietà del monastero di San Zeno di Verona; poi gli Scaligeri si impadronirono di una gran parte di esse e tra queste anche le malghe Darocco, Darocchetto, la Malfatta e il vicino Busimo.
Ha un’estensione piuttosto notevole, 21 ettari ed è costituita da due edifici del 1865: la malga con una bella entrata con arco a volta che poggia su affioramenti di rosso ammonitico e la stalla più in basso a cui si accede attraverso una porta più piccola. Attorno a queste costruzioni si trovano una piccola giassara porcili e resti di altri ripari.
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