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In Lessinia tra malghe, contrade e "memorie"

Piero Piazzola, Bepi Falezza

a cura di Anna Solati

 

fotografie di A. Scolari

 

 

Malga Terrazzo

 

Malga Terrazzo

 

Malga Terrazzo e l’“alpe” omonima fanno parte di alcune piccole entità pascolive, oggi cadute in abbandono, ma fino a una ventina di anni fa ottimi pascoli soprattutto per greggi di pecore: Fraselle di Sotto, Fraselle di Sopra, Tambaro e Terrazzo, tutte arroccate tra grandi boscaglie di faggi e di pini, a cavallo della Val Fraselle e della Valle di Revolto.

 

Il termine “Fraselle” è ricordato come Fariselli in un documento di Cangrande della Scala che fece costruire un sentiero, detto “Via Vesentina”, che da Crespadoro, in provincia di Vicenza, saliva a Durlo, poi a Campofontana, alle malghe del Porto, a Cima Scalette, a Fraselle, al Monte Plische, per discendere poi a Campobrun e terminare ad Ala di Trento. Il toponimo Fraselle, di origine cimbra, potrebbe derivare da fara, un termine longobardo col significato di «villaggio»; ma è improbabile la costruzione di un villaggio a quella quota (m 1630). Molto più semplicemente, forse, il toponimo deriva dal vocabolo dialettale fraséla «briciola». Poco distante c’è il famoso Passo Rìstele (m 1695) il cui nome è pure di origine cimbra e significa «riposo».

 

Da Fraselle passava il famoso “sentiero dei contrabbandieri” che seguiva lo stesso itinerario della “Via Vesentina” e che è stato segnato da parecchie croci di contrabbandieri caduti o per la neve o per la caccia che davano loro le guardie di frontiera. La “Via di Cangrande” poi transitava attraverso Malga Terrazzo; il suo toponimo dice poco; denuncia un particolare geografico-morfologico, una terrazza, cioè né più né meno; un poggiolo, un balcone sulla valle. Ed è una vera e propria balconata sopra la Valle del Progno–Illasi.

 

Sotto si dischiude il “Tambaro”, in cimbro Tambalt, una piccola montagna anch’essa. Tutt’intorno toponimi cimbri: Scheljantal (Valle delle campanelle), Kitzarstuan (Macigno dei capretti), Schefarkuwal (Covolo dei pastori), Rabambant (Macigno dei corvi), Sbalmambant (Sasso delle rondini). Da Fraselle, da Terrazzo e da Tambaro si ha accesso al cuore della Foresta Demaniale che offre un’eloquente e suggestiva panoramica dello stato in cui doveva essere stata la montagna veronese prima dei diboscamenti.