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In Lessinia tra malghe, contrade e "memorie" Piero Piazzola, Bepi Falezza a cura di Anna Solati
fotografie di A. Scolari |
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Malga Pigarolo
Malga Pigarolo
Roveré Veronese, dopo Bosco Chiesanuova ed Erbezzo, è il comune della Lessinia che possiede il maggior numero di “montagne” sull’altopiano dei Lessini: sono tredici secondo la “Carta Regionale delle Malghe” compilata a cura della Regione Veneto negli anni Cinquanta. Ma come abbiamo scritto sopra, se consideriamo, invece, l’elenco pubblicato nel 1991 a cura di un gruppo di ricercatori, le malghe sono solo sette.
Secondo gli studiosi di quest’ultima rassegna, il nome Pigarólo dovrebbe derivare da Picus «picchio», l’uccelletto che, per nutrirsi, picchia ripetutamente col becco sulla scorza delle piante per scovare eventuali insetti che vi si sono rifugiati sotto; ma c’è anche chi lo fa derivare da «pigozzo», cognome frequente in Lessinia, e dal paese che ha lo stesso nome e si trova all’imbocco della Val Squaranto. Scrive Maurizio Delibori: «il primo edificio che incontriamo a Malga Pigarólo, era adibito a baito e a ricovero dei pastori. Sono caratteristici della malga il pozzo per la raccolta dell’acqua e il piccolo arbio per abbeverare le bestie.
I due edifici di Malga Pigarólo sono un esempio tipico di arte popolare cimbra. La prima stalla è caratterizzata da uno splendido arco d’ingresso, per cui risulta essere una delle più antiche malghe della Lessinia ancora esistenti...». Infatti, sull’architrave della porta è scolpita la data di costruzione: 1701.
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