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In Lessinia tra malghe, contrade e "memorie"

Piero Piazzola, Bepi Falezza

a cura di Anna Solati

 

fotografie di A. Scolari

SAN MARTINO B.A.

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Il Ponte di Veja

Sì è detto già che la diffusione dell’elemento cimbro in Lessinia si interruppe nel Vajo della Marciora. Chi vuol andare sul posto per rendersene conto e prendere visione dei confini cimbri occidentali in Lessinia, deve raggiungere la frazione di Bellori, nel fondovalle, prendere la strada per Erbezzo e Sant’Anna d’Alfaedo, arrivare al ponte detto Basazenòci, alla confluenza del Vajo dei Falconi con quello, appunto, della Marciora, imboccare un sentierino che scende al torrente e che poi rimonta dalla parte opposta, e si accorgerà subito di trovarsi al di là dei confini cimbri e di fronte a una piccola cascata che annuncia la grande, poderosa e splendida sagoma del Ponte di Veja.

 

Il Ponte di Veja vanta dimensioni eccezionali che si possono riassumere in 50 metri di altezza,  47 metri di lunghezza, 23 metri di larghezza, 11 metri di spessore e la corda interna dell’arco misura 40 metri. Sono misure che prendiamo da Giuseppe Rama. L’origine del ponte è stata chiaramente carsica, la sua struttura attuale ha avuto origine intorno ai 40 milioni di anni fa dal crollo di un’immensa caverna della quale è rimasta in piedi solo l’arcata dell’entrata, quella appunto che si può ammirare.

 

Gli studiosi del fenomeno asseriscono che il piano del ponte è costituito da calcari nodulari e lastriformi di Rosso Ammonitico; i piloni che lo reggono, invece, sarebbero formati da calcari fessurati e solubili del Dogger 1.

 

Davanti all’immensità dell’arcata, come vuole la leggenda, si sarebbe fermato a meditare anche Dante Alighieri che ne avrebbe tratto l’ispirazione per descrivere il suo Malebolge nell’Inferno. Il Mantenga, che fu al Ponte di Veja a esplorarlo, lo ha poi riprodotto nella “camera degli Sposi” del Palazzo Ducale di Mantova.

 

Le grotte che si aprono alla base dell’arcata, come la famosa “Grotta dell’orso”, lunga circa 180 metri, hanno fornito ai paletnologi abbondanti e preziosi reperti preistorici. Anche il Ponte di Veja, come tante altre opere colossali della natura e dell’uomo, ha una sua leggenda: si narra che una romantica fanciulla di nome Veja in questo luogo consumò la sua storia d’amore con Cereo. Ezio Bonomi racconta che l’arcata del Ponte di Veja sia stata opera del diavolo: «La tradizione offre anche altri esempi di Satana che pur di conquistare un’anima si cimenta in realizzazioni di opere grandiose. In Lessinia si racconta che anche il Ponte di Veja abbia avuto questa origine; così pure in Val d’Aosta, il Ponte sul Lys a Pont San Martin».

 

 

 

Ponte di Veja


 


1 Dogger: periodo medio (compreso tra il Lias e il Malm) dell’età giurassica (periodo medio del Mesozoico –70 –220).