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In Lessinia tra malghe, contrade e "memorie"

Piero Piazzola, Bepi Falezza

a cura di Anna Solati

 

fotografie di A. Scolari

 

Malghe Preta di sotto e di sopra

 

Preta di sotto

Preta di sopra

Malghe Preta di sotto e di sopra

 

Il toponimo Pretta bisognerebbe andar a cercarlo tra i nomi o i cognomi di persona: esempio: Pretto, così almeno la pensano gli studiosi di toponomastica. A proposito del cognome Pretto, da cui deriverebbe il nome di queste due montagne, Gianni Rapelli cita Preto, Pret, Pretti, Pretato, Dal Prete, Del Prete, Preti, come cognomi che si rifanno alla stessa radice, cioè ad un nome di origine longobarda Adalpreto e Adelpreto. Probabilmente i Pretto sono venuti nel Veronese dall’altopiano dei Sette Comuni Vicentini.

 

Le malghe Preta sono due: Preta di Sopra e Preta di Sotto, a poca distanza l’una dall’altra e tutte e due in zona Corno d’Aquilio (m 1545), dove si apre la famosa spluga, detta appunto “Spluga della Preta”: uno dei più profondi abissi del mondo, fatto oggetto recentemente dal regista Alessandro Anderloni di un’esplorazione con telecamere per trarne il film, “L’Abisso”. La Spluga si apre proprio nei pressi della malga Preta di Sotto.

 

Preta di Sopra è a quota 1527 e sostiene un carico di 70 capi bovini, mentre Preta di Sotto è a m 1482 e la frequentano solo 59 capi di bestiame adulto, cioè paghe. Alla fine del Settecento, la “Montagna Roncona” cioè la Preta alta era praticata dal signor Andrea Bertaso e da Giacomo del fu Matteo Roncon: il primo con 27 vacche, il secondo con 29. La Preta bassa, a quel tempo, la pascolavano le vacche del signor Gio. Batta Lavarin, cognome tipico di Sant’Anna.