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In Lessinia tra malghe, contrade e "memorie"

Piero Piazzola, Bepi Falezza

a cura di Anna Solati

 

fotografie di A. Scolari

SAN MARTINO B.A.

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San Giorgio del "Campo della Fontana"

La parrocchia di Campofontana è intitolata a San Giorgio: e il toponimo  è nato in ragione della dedica della parrocchia a quel santo. Ma come è potuto avvenire? Cerchiamone le motivazioni.

 

Narra una leggenda che Domine Iddio, dopo aver creato il mondo e assegnato ad ogni paese il suo nome proprio, si accorse che, tra il Veronese e il Vicentino, una zona di montagna era rimasta innominata: i territori di Durlo, nell’alta Valle del Chiampo, e di Campofontana, nell’Alta Val d’Illasi erano senza nome e senza alcun santo protettore. Ma aveva ancora due nomi a disposizione: San Giorgio e Santa Margherita che erano rimasti fuori dalla conta perché provenivano dall’Oriente ed erano in ritardo. Allora li spedì subito alle loro rispettive sedi. Fecero il viaggio assieme fino a Durlo, poi santa Margherita non si sentì di andare oltre e si fermò in quella borgata. San Giorgio, orgoglioso della sua cavalcatura, affrontò la montagna e prese possesso del paese di Campofontana.  

 

Questa la leggenda, ma qualcuno ha cercato di dare al nome anche un giustificazione storica. Un prete del Settecento lasciò scritto di aver riscontrato, in certe pergamene della Curia di Verona, un documento dell’anno 804, in cui si faceva il nome della chiesa di San Giorgio che, allora, dipendeva dalla parrocchia di Roveré. Gli si scagliarono addosso gli storici e seppellirono quella “teoria”. Peraltro, un altro storico veronese del Rinascimento, il Marzagaia, registrò, un grave fatto accaduto vicino alla chiesa di San Giorgio a Campofontana verso la fine del Trecento. Dunque, nel Trecento, c’era già la chiesetta e c’è ancora adesso. La puoi visitare lì, ancora accoccolata accanto alla sacristia della parrocchiale.

 

Ma perché il toponimo Campofontana? Il nome “Campo Fontana”, come abbiamo scritto a proposito di Contrà Grisi, figura già nel Trecento in un legato, un lascito, di una persona del posto alla chiesa per il suo sostentamento e per il mantenimento del parroco. Il legato poi si trascinò lungo i secoli fino all’Ottocento senza mai cadere in mani diverse, e i proprietari di quei fondi lasciati in beneficenza tennero sempre a dichiarare che il terreno del legato era denominato “Campo della Fontana”… «…una pezza di terra prativa di campi quattro di misura, et al di là dalla Chiesa dove si chiama nella Slavina con le sue confine intorno intorno...». Per “campo” si deve intendere una vasta superficie di terreno, di un certo numero di campi veronesi; per “fontana” si dà rilievo, invece, al luogo dove insiste tale appezzamento. Nel nostro caso, il terreno lasciato in beneficio alla chiesa di San Giorgio, era ed è tuttora ubicato presso la cosiddetta “Fontanela”. E la gente del luogo ricorda ab immemorabili che i terreni attorno alla “Fontanéla” sono sempre stati di proprietà della chiesa di Campofontana, tanto che erano detti “I prè de la fontanella del prete”.

 

Campofontana. San Giorgio