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In Lessinia tra malghe, contrade e "memorie" Piero Piazzola, Bepi Falezza a cura di Anna Solati
fotografie di A. Scolari |
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San Bortolo delle Montagne
Un padre cappuccino nativo del paese, famoso predicatore e missionario, nonché studioso di storia locale, padre Ermanno Gaiga, ha scritto una sua versione storica, abbastanza veridica, circa l’insediamento della popolazione a San Bortolo. Egli parte, come data certa, dal 1333, quando alcuni tedeschi vennero a stipulare una convenzione con i monaci di Badia Calavena, dichiarandosi loro sudditi, ricevendone in cambio la facoltà di prendere fissa e legale dimora nei siti occupati a Nord dell’Abbazia, sia verso oriente che verso occidente, cioè Sprea e Selva di Progno.
Il centro abitato del paese di San Bortolo delle Montagne, fino al secolo scorso meglio conosciuto come San Bartolamio Tedesco per via della lingua che si parlava, che era il tauc, un antico dialetto bavaro-tirolese trapiantato in Lessinia con i coloni cimbri nel Duecento, è posizionato sopra un dosso aspro, lungo e roccioso, che inizia dove è costruito il Monumento ai Caduti e che va a terminare con l’Oratorio della SS. Trinità.
Fino alla fine dell’Ottocento la chiesa del paese era posizionata sulla parte terminale occidentale della cresta rocciosa, di cui si è fatto cenno, ma era diventata troppo angusta e insufficiente ad accogliere la popolazione che, a quel tempo, era salita a circa 800 unità. Una prima idea di costruire una nuova chiesa, limitatamente agli spazi che si potevano recuperare sul dosso roccioso, venne al parroco don Giobatta Valentini e subito si diede avvio, su progetto dell’ingegner Orseolo Massalongo, all’esecuzione dell’opera, immane per quei tempi e per quei luoghi.
La vecchia chiesa che si fa risalire alla fine del Quattrocento, basandosi sulla data scolpita in una pietra angolare del campanile, cioè 1493, era rivolta a sera, come volevano le antiche regole in materia; ma qualche studioso è dell’avviso che la prima vera cappella della parrocchia sia di data ancora precedente: del Trecento. Oggi viene adibita a mini alloggi durante l’estate, mentre la parte orientale che anticamente era la sacristia, oggi ospita un prezioso piccolo museo dei “Trombini”.
In cima a una collinetta sulla strada che porta verso contrada Cracchi si trova l’Oratorio della SS. Trinità fatto costruire nel 1613 da don Matteo Bernardi. Ogni anno vi si celebra la Festa dei Trombini.
Nel 1993, ricorrendo il quinto centenario della costruzione del campanile, San Bortolo celebrò solenni cerimonie commemorative, religiose, civili, folkloristiche, dell’avvenimento.
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