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In Lessinia tra malghe, contrade e "memorie" Piero Piazzola, Bepi Falezza a cura di Anna Solati
fotografie di A. Scolari |
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San Vitale
San Vitale
San Vitale è una frazione del comune di Roveré Veronese e siede sulla sella tra il monte Purghestal (m 945) e il Monte Fieni (m 941). Il centro del paese è tutto raccolto in una piccola piazza, tutt’intorno alla chiesa. Di lì anticamente passava, e continua a passare, una strada di capitale importanza per la Lessinia, la cosiddetta “Via da Verona” che parte da Montorio, attraversa Pian di Castagné, San Rocco di Piegara, Montechiane, Chesàre, e va a congiungersi, più avanti, con la Via Cara” o “Via Vacàra”. Nel “Campion delle strade” del 1500 la “Via da Verona” figura come “Strada dei Carbonari” vale a dire la strada che percorrevano i carbonai nel Quattrocento con i loro muli e con i loro carichi di carbone che portavano in città.
La chiesa di San Vitale, nel passato detto “San Vidal di Montagna”, è dedicata al santo “contadino”, martire insieme con Agricola, ed è una delle più antiche comunità della Lessinia, se ne hanno notizie già prima del 1372, come d’altronde Campofontana, Bosco Chiesanuova, Durlo nel Vicentino in quanto parrocchie che hanno come titolari santi della chiesa primigenia che combattono contro il drago che rappresenta il male.
La chiesa originale fu ampliata una prima volta nel XVII secolo il suo aspetto definitivo risale al secolo XVIII. L’interno ha un altare di stile barocco e alcune pale abbastanza pregevoli. La nuova comunità di San Vitale non riuscì mai a staccarsi, malgrado le continue e lunghe contese, dalla chiesa matrice di Roveré. L’apertura delle ostilità risale nientemeno che al Trecento, quando i capifamiglia di San Vitale, con l’appoggio dei contadini di Cantero, innalzarono una chiesa, tutta loro, riconosciuta e consacrata da Fra’ Giovanni di Monte Carmelo, ausiliare del vescovo di Verona, Pietro della Scala.
Ne fu rector, allora, don Domenico Andrea di Bormio (in Valtellina) che ricevette il quarterio delle entrate dai conti Arco del Trentino. Ma, probabilmente per questioni di rendite, i parroci di Roveré non accettarono mai di lasciar che San Vitale si staccasse. La scoperta del toponimo originale del paese, riporta indietro la denominazione di settecento anni. Fino a un paio di anni fa, il paese era conosciuto come San Vitale in Arce, in quanto gli studiosi affermavano che il termine «arce» indicava la cima del Monte Purghestal come sede di un castelliere preistorico.
Oggi, invece, la denominazione va corretta in San Vitale di Arco, con riferimento all’’antico possesso dei Conti d’Arco di Trento.
Nei secoli passati San Vitale era una delle mete più frequentate dalle processioni penitenziali che le varie parrocchie di origine cimbra svolgevano durante il corso dell’anno, soprattutto per impetrare la pioggia e la benedizione sui raccolti e sul bestiame: San Vitale, infatti, era considerato “Mercante di pioggia”. Fino a qualche anno fa era ancora viva l’usanza che in gennaio una processione, con partenza da Bosco Chiesanuova, raggiungesse San Vitale.
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