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In Lessinia tra malghe, contrade e "memorie"

Piero Piazzola, Bepi Falezza

a cura di Anna Solati

 

fotografie di A. Scolari

 

 

Contrà Santólli

 

Contrà Santólli

 

Per arrivare a contrada Santólli (e non Sàntoli), contrada che nessuno sa perché si chiami così, — ma che non è difficile da immaginare — bisogna raggiungere Badia Calavena, poi proseguire per la strada provinciale fino alla nota località detta Ca’ del Diaolo e prendere subito a destra per la strada che porta a Sprea.

 

Dopo un paio di tornanti si entra in una specie di falsopiano in cui trovano spazio due contrade, vicinissime una all’altra: a destra della strada, in prossimità della curva a tutto sesto, che va verso Sprea, insiste contrada Stizzoli, dove si può ancora ammirare un capitello architettonico singolare; si prosegue e, subito dopo, si incontra un altro gruppo di edifici rurali, di cui uno molto imponente, recentemente restaurato a casa d’abitazione con qualche intervento purtroppo non proprio rispondente alla tradizione locale.

 

Ai piedi del caseggiato, a poca distanza, si innalza uno splendido capitello architettonico, una stele di notevoli dimensioni che custodisce, fortunatamente, una formella in tufo, come tutte quelle dell’epoca in Lessinia, con una delle più belle e singolari “Crocifissioni” della scultura cimbra, datata 1704, «di eccezionale valore plastico», come la dichiara il Franzoni.