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In Lessinia tra malghe, contrade e "memorie"

Piero Piazzola, Bepi Falezza

a cura di Anna Solati

 

fotografie di A. Scolari

 

 

Contrà Spiazzoi

 

Contrà Spiazzoi

 

Non è una malga, non è un bàito, non è una contrada, non è un posto di ristoro, non è un oratorio, non è una “montagna”, ma è un po’ tutte queste cose insieme. Spiassói, infatti, per pronunciarlo alla veneta, costituiva una volta una tappa obbligatoria per tutti, vacari e non vacari, scotóni e casari, parenti di costoro, pastori e mandriani, cacciatori e contrabbandieri, guardie e imbroglioni: tutti, più o meno, preti e frati compresi che andavano a fare la questua e, talora, anche briganti.

 

Il termine è facile da tradurre e da intendere: «luoghi erbosi, spiazzi erbosi». La località è caratterizzata da una chiesa, un’osteria e un ricovero per animali. La chiesa, dedicata a san Domenico, è stata costruita per volontà dei fratelli Domenico e Michele Pozzerle della contrada Foi di Azzarino. La lapide riporta questa epigrafe: «D.O.M. AC DIVO DOMI /NICO DOMINICUS ET MI / CHAEL FRATRES POZ / ZERLE FOI DE AZZERINO / VELI AERE PROPRIO A / FUNDAMENTIS EREXERE / ANNO MDCCCLV».

 

La località, a quota 1300 m, si trova in un particolare punto di passaggio all’incrocio di antiche vie pastorali, tra le Montagne del Parparo e di San Giorgio e tra l’arrivo della strada delle Gosse, che sale da Giazza, l’alto vaio di Squaranto, e ai confini dei territori comunali di Bosco Chiesanuova e di Roveré.

 

Una bella definizione l’ha data M. Delibori nel suo libretto “La Podestaria e le feste del bestiame in Lessinia”: «…era punto di riferimento per quanti lavoravano sui pascoli della Lessinia o vi si recavano e come luogo di sosta e di ristoro. Particolarmente interessante era la sagra che a Spiazzoi si teneva il 1° luglio, oppure la prima domenica di luglio, momento di pausa durante i primi mesi dell’alpeggio, ma anche occasione di mercato del bestiame e di compravendita di attrezzature silvo pastorali».

 

Una volta — e fino al 1860 — era abitata da una diecina di persone: poi fu abbandonata. Alcuni edifici furono ristrutturati negli anni Venti e di nuovo caddero in misero stato di abbandono. Oggi è ritornata ad essere in buono stato conservativo.