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In Lessinia tra malghe, contrade e "memorie"

Piero Piazzola, Bepi Falezza

a cura di Anna Solati

 

fotografie di A. Scolari

 

Velo Veronese

 

 

Velo si trova nella sella tra il Monte Purga e il monte Stolz, tra le valli Squaranto e Illasi a m 1087. Il paese è ricco di reperti fossili e di manufatti preistorici. I Covoli, per esempio, che sono celebri grotte, sedi di scorrimenti idrici nel corso del Pleistocene, conservano una grande quantità di ossa dell’Orso delle caverne (Ursus Speleus), ma anche resti di Uro, Capra e Cervo.

 

Lungo le pendici del Monte Purga (m 1257) sono stati rinvenuti manufatti di selce tipici del Neolitico e dell’Eneolitico. Nell’età del Bronzo e del Ferro l’uomo era presente in un insediamento dove sono stati rinvenuti i resti di un dei castelliere, che, assieme ad altri, formava un complesso di villaggi fortificati uniti tra loro da sentieri e che sono caratteristici della Lessinia. Le sue mura sono tuttora visibili lungo il pianoro a oriente della vetta.

 

In epoca romana sul castelliere fu costruito un fortilizio le tracce del quale erano ancora visibili quando, nel 1854, fu edificata al suo posto una cappella. Probabilmente è di tale periodo la costituzione del nucleo abitativo del paese perché nelle fondamenta per la costruzione di alcune case furono trovate monete e stoviglie dell’epoca.

 

Il documento del 1403 che elenca i 19 vicariati veronesi ai primi posti mette Vellum, Roveredum Velli (pertanto Roveré doveva essere una comunità dipendente da Velo), Azerinum, Camposiluanum. A quei tempi l’intera popolazione dei vicariati era di 5080 anime.

 

Il ruolo di Velo fu sempre importante tanto che fino al XVIII secolo fu sede del distretto della Montagna. Nel 1509 i carbonai delle comunità tedesche, cui erano stati concessi i masi nel 1207, paventando un peggioramento delle antiche franchigie, inviarono una supplica all’imperatore Massimiliano, che passava da Verona, chiedendo conferma degli antichi privilegi scaligeri. L’imperatore accolse benevolmente le loro richieste.

 

Nel 1739, a Velo, si riunì per l’ennesima volta il Consiglio Maggiore dei XIII Comuni e nel 1748 il Consiglio Minore: In tali occasioni si inviarono rimostranze e reclami agli organismi superiori sulla negligenza dei vicari che da molti anni non si presentavano a tenere udienza a Velo, come voleva lo Statuto.

 

Il centro storico del paese presenta abitazioni caratteristiche ben conservate e la parrocchiale, opera del M.o Donato da Lugo, è dedicata a San Giovanni Battista. Vi si trova un fonte battesimale ottagonale di marmo rosso, datato 1533. Nell’altare maggiore sono conservate le reliquie di un non ben identificato San Fiorenzo che, secondo la tradizione, e come racconteremo più avanti, sarebbero state trafugate in Germania. All’esterno, murati nelle pareti, oltre ad alcuni esempi di sculture della Lessinia, si trovano iscrizioni del XV e XVI secolo.