L’antico Buon Albergo – 1914. Dalle cartoline dell'archivio Storico dell’Arch. Sergio Spiazzi.
Scheda storica - Arch. Sergio Spiazzi.
Costruzione
massiccia cinquecentesca caratterizzata per il porticato in blocchi di tufo a
bugnato e sede fino alla seconda guerra mondiale dell’Antico Buon Albergo che
dà l’appellativo al paese di San Martino. Lo stallaggio, la locanda o
l’Hostaria del “buon albergo” viene citata nel 1146 in una transazione di
proprietà dove si legge: “Ecclesie S. Martini in loco ubi dicitur Bonum
Albergum”.
Nel
1562 la famiglia Radici acquista l’Hostaria
da Giacomo Concorezo e lo stesso albergo è disegnato in due mappe del
1561 e del 1562, con il recinto murato, la stalla ed i “portegheti”.
Il
28 gennaio del 1668 la possessione viene venduta dalla nobile signora Claudia
Radice alla contessa Valmarana consorte del marchese Giovanni Malaspina. La
famiglia Malaspina rimane in possesso dell’Hostaria per due secoli
sopraelevando ed ampliando l’arbergo alla fine del XVIII secolo tra il 1792 ed
il 1794.
Nel
1856 l’hostaria e lo stallaggio viene acquistato dal signor Comini, futuro
sindaco di San Martino, e venduto a Cesare Trezza di Musella alla fine del XIX
secolo.
L’albergo
viene immortalato in numerose cartoline d’inizio secolo XX, diventando il
simbolo del paese. Famoso era il ristorante con il giardino annesso ornato da
piante secolari, dove in estate si organizzavano sontuosi banchetti e
dove il bel canto attraverso la corale Giuseppe Verdi
era di casa.
Le cronache ci trasmettono la scelta dei veronesi per questo posto, luogo di scampagnate e sollazzi fuori città, data la simpatia dell’oste e la sincerità del vino.