Centegnano. 2/05/2004 - Foto A. Scolari
Scheda storica - Arch. Sergio Spiazzi
Centegnano
viene individuata per la chiesetta presente nella contrada che in realta prende
il nome più da un territorio che da un aggregato abitativo.
Le
antiche terre di Centegnano e Mambrotta si estendono al di sotto del
terrazzamento di Campalto, sconfinando ad est, verso le basse di S. Michele e ad
ovest, verso il territorio di Zevio, mentre a sud l’Adige, con il suo corso
sinuoso, divide i territori di Centegnano da quelli dei comuni di Zevio e S.
Giovanni Lupatoto.
I
terreni della piana di Mambrotta e Centegnano sono percorsi da numerosi corsi
d’acqua tra cui spiccano l’Antanello, la Gardesana, le acque risorgive dei
Pori, oltre a numerosi corsi artificiali quali: la fossa Montagna, la fossa
Bianchina, la fossa Brognoligo, lo scolo Cassero e per ultimo il canale della
SAVA. Oltre ai centri di Mambrotta e Centegnano, il territorio è ricco di
antiche corti rurali tra cui spiccano: la Mariona, la Mambrottina, Ca’ del
Ferro, la Falcona, la Pantina, la Ferraresa, la Schioppa oltre ad altri nuclei
rurali più recenti.
Tutti
i documenti antichi chiamano questi luoghi con il toponimo di Centagnano, mentre
fin dall’alto medioevo i territori di Mambrotta si trovano soggetti alla
giurisdizione del Castello di Montorio e poi al Capitanato di Montorio, con la
stranezza di trovarsi staccati dal proprio centro, dalle terre di S. Martino,
asceso a comune almeno fin dagli inizi del XVI secolo.
Solo in epoca napoleonica, con il riordino fiscale del territorio, che si trova frazionato in feudi, vicariati e ville, Mambrotta e Centegnano sono aggregate definitivamente al Comune di S. Martino B.A., con tutta la loro giurisdizione, fino all’Adige.