Mambrotta, parrocchiale di S. Girolamo dei Da Vico. Foto A. Scolari - 12/02/2004
Scheda storica - Arch. Sergio Spiazzi
In una mappa
del 1676 di Francesco Cuman troviamo disegnata la Pantina ormai strutturata
nella forma attuale, ma con la presenza di due torri nella parte nord-ovest
della corte, forse erette dal Marchese Guido per sottolineare i simboli della
casata insieme con la corte di Cà del Ferro.
Interessante
in questo disegno è la presenza della chiesa "dal Ferro", di proprietà
della famiglia Vico, nel luogo dove si trova ora la parrocchiale della Mambrotta
a dimostrazione della presenza fin dal XVII secolo di una cappella, anche se
privata in quella zona a sud lontana da S.Martino, ma giurisdizione fino al 1886
della pieve di Montorio.
In una mappa
del 1699 di Tomaso Fiorini, rappresentante l'Adige in rotta, nella bassa
sanmartinese, l'ansa del fiume lambisce la strada della Mambrotta, che a quel
tempo è semplicemente un argine, e dove troviamo rappresentata la chiesa, della
famiglia Vico, unica costruzione all' epoca della contrada, insieme con le corti
della Mambrottina, di Cà del Ferro e della Falcona. Al di sotto dell'
argine-strada non esiste nessuna costruzione, ma solo rami dell'Adige. Nelle
mappe ottocentesche si notano ancora, dalla forma degli appezzamenti, i
paleoalvei del fiume Adige, che arrivano, in epoca non lontana, a superare la
corte di Cà del Ferro.
Don Giuseppe
Tadori, parroco di Mambrotta, scrive nel 1980: "Dagli archivi parrocchiali
risulta che una comunità religiosa con proprio sacerdote esisteva in questo
luogo fin dal 1712, organizzata come rettoria dipendente dalla chiesa di
Montorio. Soltanto nel 1886 viene costituita in parrocchia autonoma sotto il
titolo di S. Girolamo Dottore. La chiesa attuale concepita quasi come un
santuario, in forma ottagonale, con tre altari, fu edificato nel 1863 su disegno
dell'architetto Gottardi (?) e consacrata dal cardinale Bartolomeo Bacilieri,
Vescovo di Verona, il 1 ottobre 1898”.
Le comunità
di Centegnano e della Mambrotta sono fin dal medioevo controllate dal castello
di Montorio e dalla parrocchiale di Santa Maria sempre di Montorio.
Nella visita
pastorale del 1613 del vescovo Alberto Valier alla chiesa parrocchiale di
Montorio si ricorda che nella conta delle anime a comunione sono comprese anche
quelle di Centegnano e San Martino Buon Albergo per un totale di 700, mentre i
parrocchiani in totale sono 1000.
Marco Pasa
ricorda che nella visita pastorale del 1671 la chiesa della Mambrotta "...
qua e est Oratorium publicum de ratione illustrissimi domini Antonii Vighi"
ha un altare dedicato a San Girolamo ed un secondo altare al momento sospeso
perché privo del necessario.
Successivamente
l'oratorio privato della famiglia Vico diventa alla fine del XVIII secolo
cappellania, dove vi officia un cappellano stipendiato attraverso un legato
della famiglia Vico con 20 ducati annui, mentre altri 18 ducati sono raccolti
dalla comunità di Centegnano. Il cappellano abita vicino alla chiesa ed ha
anche un campetto da coltivare.
Nella visita pastorale del 1723 alla Mambrotta troviamo don Antonio Bettini che, con licenza arcipresbiteriale della chiesa di Santa Maria di Montorio, cura le anime che sono 162 a comunione mentre in tutto sono 232.
Nel 1763 il
vescovo Nicolò Giustiniani visita la comunità della Mambrotta che dipende
ancora dalla parrocchiale di Montorio, la quale dista più di cinque miglia.
L'arciprete di Montorio ha messo un curato con il consenso degli abitanti e con
decreto del vescovo Gradenigo, con l'edificazione del battistero e del cimitero.
Nella visita
pastorale del 1842 del vescovo Pietro Aurelio Mutti alla vicaria di Montorio
troviamo la chiesa succursale di Mambrotta: "S. Girolamo, curazia di Man(m)
brotta, ove esiste il battistero, si tengono i libri canonici e civili e vi si
spiega il Vangelo e la dottrina cristiana".
Apprendiamo inoltre che il curato di Mambrotta è Luigi Cacciatori, nato
nel 1807 a Raldon di Zevio.
La
planimetria catastale del 1816 ci permette di leggere la disposizione antica
della chiesa, che si dispone da est ad ovest, con la facciata verso il tramonto,
quindi in assetto basilicale in parallelo ed a confine con la strada comunale
della Mambrotta, mentre l'abside disposta ad est confina con la strada della
Mambrottina. Il piazzale della chiesa si trova disposto ad ovest della stessa
mentre a nord troviamo la casa del parroco.
La chiesa
della Mambrotta, d'impianto ottagonale, viene attribuita al Gottardi, anche se
dalla comparazione delle mappe catastali napoleoniche del 1816 ed austriache del
1848 "chiesa coadiutorale alla Parrocchia di Montorio sotto il titolo della
M. Assunta", troviamo delle trasformazioni che ci confermano la demolizione
della vecchia chiesa e case del parroco e la ricostruzione della nuova chiesa,
tra il 1816 ed il 1848, mentre tra il 1851 ed il 1853 troviamo l'edificazione
della nuova casa del parroco, contigua al nuovo edificio religioso, insieme ad
altre case, quindi prima dell'intervento del Gottardi. Ad Angelo Gottardi
possiamo invece sicuramente attribuire la costruzione verso sud della nuova
facciata, come i progetti conservati nell'archivio della Biblioteca Civica di
Verona ci confermano (la mappa ed i sommarioni austriaci del 1848 ci indicano
come già edificata la nuova chiesa e quindi se è da attribuire al Gottardi
tutto l'intervento, in due momenti diversi, questo potrebbe essere il suo primo
progetto, visto che nel 1848 ha 22 anni).
Nel 1863 la
chiesa viene leggermente ampliata verso sud, con l'aggiunta della nuova
facciata, su progetto di Angelo Gottardi (1826-1911). Secondo Trecca, il
Gottardi, nella sua attività di progettista, costruì, ampliò o restaurò
circa settanta chiese, soprattutto nel veronese. A ventiquattro anni viene
nominato sacerdote, mentre comincia ad operare attorno al 1850 nel campo
dell'edilizia religiosa seguendo la tradizione neo classica del Barbieri e del
Giuliari.
Il prospetto
del Gottardi è d'impostazione classica e diviso simmetricamente da una doppia
coppia di lesene con capitello corinzio, in mezzo alle quali si trova il portone
principale d'entrata, sormontate da un primo fregio a listelli aggettanti, da un
secondo fregio liscio e da un frontone classico conclusivo.
Tra il 1884
ed il 1889 vengono eseguiti lavori di completamento nella chiesa, l'erezione del
campanile e l'acquisto delle campane.
Il catasto
austriaco segnala una buona attività edilizia attorno alla metà del XIX
secolo, in corrispondenza della nuova edificazione della chiesa, mentre un altro
momento di buona edificazione lo ritroviamo tra il 1884 ed il 1890, in
corrispondenza con l'autonomia della parrocchia avvenuta come ricordato nel
1886.