La Ferraresa. Foto A. Scolari 2/01/2006
Scheda storica - Arch. Sergio Spiazzi
La
corte della Ferraresa si trova tra le terre di Centegnano e quelle di Mambrotta,
ad oriente della Pantina. Nata come casa contadina con fienile, si è
trasformata e ampliata nel XVII secolo con l'aggiunta di altre costruzioni
abitative e rusticali, formando una configurazione a corte, aperta a sud verso
l'Antanello, che lambisce ed accerchia gli edifici rusticali.
Si
entra nella struttura attraverso un portone archivoltato che dà un'impronta
vagamente nobile, mentre un altro ingresso laterale, coperto da tettoia, serve
per entrare nella corte.
Il
5 febbraio 1653, Giacomo Ferraresi notifica all'Offizio dell'Estirno di Verona "Una
possession in Centagnan con poca casa da Patron, e lavorente di campi 150 circa,
negli aggravi vi si attrova di pagare alla decima di Centagnan: minali 15
formento".
Nel
1702, Antonio Antonini chiede ai Beni Inculti di Venezia l'autorizzazione
a costruire una ruota idrovora sul fiume Antanello per portare l'acqua e poter
trasformare, proprio di fronte alla Ferraresa, venti campi in risara.
Nella
rnappa disegnata dal perito ordinario della Repubblica Serenissima Antonio
Gozzinai e dal perito straordinario Giò: Andrea Cornello, troviamo disegnata in
assonometria la corte con stalla, fienile e porticato a nord, la casa
padronale e contadine verso est e altre case rusticali minori verso sud-ovest.
Confinanti
a sud dell'Antanello sono i Da Lisca e i Della Torre, mentre a ovest troviamo i
terreni dei conte Benassù di Vincenzo.
Nel
1782, Agostino Antonini del q.m Pietro, attraverso la madre Anna Moroni quale
tutrice, chiede di utilizzare l'acqua proveniente dalle scodalizze delle risare
Muselli della Schioppa, del Dugal Carpanè e del fossato Benassutti-Antonini,
in un progetto articolato e
complesso con vari ponti-canali o navette, per portare l'acqua ad uso
irrigatorio verso quelle risare che forse la ruota idrofora, richiesta
ottant'anni prima, non riusciva più ad adacquare. La corte è disegnata
planimetricamente, come per i successivi catasti, con alcuni completamenti
rusticali nell'ala ovest.
Nel
catasto napoleonico del 1816, la Ferraresa è intestata ad Antonini Luigi, come
casa e corte da massaro.
Nel
catasto austriaco del 1848, la corte è sempre della famiglia Antonini e
chiamata "La Ferraressa", ma risulta intestata al figlio Agostino che
trasforma la corte dandogli un aspetto più aristocratico. La casa d'abitazione,
che è segnalata come "casa di villeggiatura", insieme agli altri
edifici identificati come fabbricati per l'azienda rurale, si trova la centro
del fondo che si estende per 682,76 pertiche metriche, pari a circa 197 campi
veronesi.
Il fondo dell'Antonini, nel 1848, comprende anche i fabbricati della Ca' Nova, della Zarnbona e della Coetta, insieme con altri edifici di piccole dimensioni, posti vicino ai terreni da coltivare e dati in affitto ai contadini.