Corte Mambrottina. Foto Arch. Sergio Spiazzi
Scheda storica - Arch. Sergio Spiazzi
Antica corte rurale posta a nord della frazione omonima tra i nuclei della Ferraresa, la Mariona e Ca' del Ferro, un tempo l'aggregato si chiamava Mambrotta, mentre poi il toponimo è passato a indicare l'attuale frazione. La corte è posta nella piana di Mambrotta e un tempo si trovava al centro della produzione risicola.
Nella
corte, composta da due corpi principali che si fronteggiano, troviamo a sud la
parte abitativa padronale e a nord quella rusticane, con torre colombara,
portici, residenze secondarie e annessi rurali.
Le
prime notizie riguardanti la Mambrottina sono del 1570 quando, l'otto maggio, i
fratelli Cesare e Galeotto Lazize, supplicano il soprappiù dell'acqua del Porro
che si trova alla Mambrotta "... in pertinentie di Montorio, che altre
volte fu supplicata da Carlo Marioni - li campi da far risara sommano in circa a
100". L’otto
aprile dei 1578 arriva l'investitura da parte dei Beni Inculti di Venezia, di
due quadretti d'acqua dietro pagamento di 500 soldi.
Come
per i Marioni, i Da Lisca e i Da Vico, i Lazize trasformano i propri terreni in
risaia; in questa zona la falda acquifera è di poco sotto il livello
del terreno che un tempo costituiva il letto dei fiume Adige nelle sue antiche
divagazioni.
In
una mappa del 1699 di Tomaso Fiorini, rappresentante l'Adige in rotta nella
bassa sanmartinese, l'ansa dei fiume lambisce la strada della Mambrotta che a
quel tempo è semplicemente un argine; nella stessa mappa troviamo rappresentata
la chiesa, unica costruzione all'epoca della contrada, insieme con le corti
della Mambrottina, di Ca' del Ferro e della Falcona. Al di sotto
dell'argine-strada non esiste nessuna costruzione, ma solo ramificazioni
dell'Adige.
Nelle
mappe ottocentesche si notano ancora, dalla forma degli appezzamenti, i
paleoalvei del fiume Adige che
arrivano, in epoca non lontana, a superare la corte di Ca' del Ferro.
Nella mappa dei 1771 di Antonio Schiavi, la Mambrottina è chiamata Mambrotta
dei Lisca.
Nel
catasto napoleonico del 1816 il fondo della Mambrottina è intestato al sig.
Raimondo Carlo q.m Giuseppe insieme alle due case da massaro.
Nel
catasto austriaco del 1848 la possessione della Mambrottina è intestata alla
Casa di Ricovero di Verona, come lascito dei Raimondi, e individuata come
fabbricato per azienda rurale con pila da riso ad acqua.
Insieme
alle pile e ai nuclei rurali della Mariona, di Ca' del Ferro, del Casino e di
Formighè, ancora in parti visibili, la Mambrottina costituisce il centro più
importante della produzione del riso a nord dell'Adige, insieme con le risaie di
Lendinara, dei Sessanta Campi e della Maccagnina sul territorio di Zevio.