Tenuta Musella. L'Oratorio della Beata Vergine del Carmine del Drago.
26/12/2003 - Foto A. Scolari
Scheda storica - Arch. Sergio Spiazzi
Meglio
conosciuto come Oratorio del Drago sorge sulla strada statale vicino
all’ingresso principale della tenuta Musella. In stile classico presenta una
pianta ottagonale con cupola ribassata ed una sacrestia retrostante.
All’esterno ai lati dell’ingresso si trovano due statue poste in nicchie
rappresentanti la Purezza e l’Umiltà.
All'interno, la cappella, dipinta da Francesco Lorenzi (1723-1787) dopo il 1772, si presenta affrescata con elementi architettonici, i quali sottolineano l'andamento verticale della struttura. Questo effetto è ottenuto mediante finti pilastri scanalati, con capitello corinzio, i quali sostengono il falso tamburo (struttura circolare o poligonale dove normalmente appoggia la cupola).
Al centro della cupola uno squarcio ottagonale simula il cielo dove al centro sono raffigurati "Cristo con la croce e Dio Padre". Sulle pareti, secondo una disposizione simmetrica, si trovano i quattro evangelisti affrescati entro finte nicchie ed evidenziati plasticamente, da un contrasto luceombra, come se fossero realmente illuminati dalla luce solare proveniente dalle tre finestrature a mezzaluna. Il Pallucchini ne "La pittura nel Veneto, Il Settecento, Tomo secondo" indica gli Evangelisti "esemplati su precisi modelli tiepoleschi", mentre considera meno elegante l'affresco della cupola la cui mediocrità è forse da attribuirsi a cattivi restauri.
Sopra l'altare, provvisoriamente in altro luogo, la pala di Francesco Lorenzi (allievo del Tiepolo) rappresentante "La Vergine in trono e tre santi", (S. Antonio da Padova, Giovanni Nepomoceno e Luigi Gonzaga) come la scritta laterale ricorda. Sempre il Pallucchini scrive a proposito del dipinto del Lorenzi:
"Nobilissima
invece la pala d'altare con la - Vérgine in trono e tre santi-: si direbbe un
Cignaroli, pulito e lustro, ma più elegante e raffinato, nella sua impronta
tiepolesca. Questo del Lorenzi è un tiepolismo filtrato attraverso la memoria,
reso in un certo senso più ideale, proprio a causa del mutare del gusto".
L'oratorio fu costruito nel 1772 per volere di "Joannes Wenceslaus De Hubertis", come si legge sulla parete di destra, probabilmente su disegno di Adriano Cristofali (1718-1788), architetto che suggerisco per gli elementi architettonici usati, simili alle opere maggiori come la chiesa di Cavalcaselle, per gli esterni e la chiesa di S. Pietro in Carnario per gli interni. Nella sacrestia un frammento di affresco riportato riproduce la Madonna che allatta Gesù, di scuola veronese del '600.
Questo
affresco proviene probabilmente dalla precedente chiesetta, distrutta nel XVIII
secolo, che si trovava vicina all’attuale oratorio. Le vicende delle due
chiese sono legate alla proprietà della possessione del Drago e quindi conviene
tracciare un breve percorso storico.
La
corte del Drago esisteva già nel 1400 come testimonia una donazione perpetua
del 4 gennaio 1509 ad Ottavio Basso da parte di Caterina Leone. La famiglia
Basso tiene la proprietà fino a quando Giulia Basso sposa, nel 1631, Lonardo
Drago.
La
madre di Giulia Drago, Isabella Pindemonte, muore di peste nel 1630. Nel suo
testamento del 5 luglio 1630, chiede che venga eretta una chiesetta in onore
della Beata Vergine Maria con obbligo di far celebrare quattro messe alla
settimana e un versamento annuale perpetuo, di cento ducati, alla parrocchia di
S. Martino B. A. (questo fino al 1897, anno in cui è stato affrancato, cioè
tolto).
La
chiesetta, detta la Madonnina, è disegnata in una mappa del 1728 e si trovava
ad nord-est dell'attuale oratorio. Il 10 luglio del 1760 la proprietà del
Drago, chiesetta compresa, viene venduta da Ottavio Drago a Don Ferdinando
Huberti e successivamente nel 1770 a Giovanni Venceslao Huberti il quale, due
anni dopo, fa costruire l'attuale oratorio dedicandolo (come la precedente
chiesetta) alla Beata Vergine del Carmine.
Alla famiglia Huberti appartiene il pittore Venceslao, ricordato dallo Zannandreis nelle sue "Vite" come "egregio giovane che dotato di felicissimo ingegno dato avea fondata speranza di felice riuscita nella pittura, a tutto diritto si dee conservare la memoria di lui, onde noto sia a' posteri, che se gli fosse stata concessa dal cielo più lunga vita, accresciuto avrebbe il numero de' valorosi nostri artefici ed avrebbe a se stesso, alla scuola ed alla patria recato gloria ed onore".
Venceslao, autore del "Transito di San Giuseppe" conservato nella chiesa parrocchiale di S. Martino B. A., dopo una lunga malattia, muore a soli ventitré anni, il 15 aprile del 1815 .
Transito di San Giuseppe, autore Venceslao Huberti.
Le sue ceneri, secondo lo Zannandreis, sono conservate nell'oratorio di famiglia in S. Martino. Dalla famiglia Huberti, il 16.8.1833 la possessione passa ai Savinelli, quindi ai Fracastoro. Nel 1881 Cesare Trezza acquista tutta la possessione, Drago e Monte del Drago. Attualmente è proprietà della Tenuta Musella e si trova da diversi anni chiusa al culto.
Affreschi