di
Sergio Spiazzi
Musella
I Muselli
Conosciuti
a S. Martino come proprietari e fautori della trasformazione della villa Musella
nel corso del XVII e XVIII secolo, i Muselli si estinsero nel 1862 con la morte
di Matilde, terzogenita di Girolamo Muselli.
Lo
stemma della famiglia Muselli era formato da due musi di cinghiale in campo
dorato attraversato da una banda obliqua bianca con tre rose rosse.
Lo
storico Dalla Corte nel 1592 indica in D. Irecho Giudice di Musello, il nome più
antico della casata, posto nel 1279 in un lungo elenco di cittadini veronesi.
Originaria di Torri del Benaco, la famiglia si trasferì a Verona nel corso del
XV secolo sistemandosi dapprima nella contrada di S. Maria Antica e
successivamente sull'attuale Corso Cavour tra i palazzi dei Canossa e dei
Portalupi. La famiglia divenne importante e ricca nel corso del 1600 con
Francesco e Cristoforo tra i più potenti mercanti della città con 100 ducati
di capitale annuo.
Nel
corso del XVII e XVIII secolo, la famiglia acquistò numerosi poderi, case,
negozi in città ma soprattutto nel territorio circostante come a S. Martino,
Montorio, Campalto, Marcellise, Centegnano, Fumane, Villafranca e Quinzano
divenendo una delle famiglie più facoltose della città, avendo nel 1616 con
Giacomo Muselli (1566-1644) la cifra più alta, di tutti i contribuenti, da
pagare. La famiglia aspirando al titolo nobiliare si impegnò anche nel mondo
politico e culturale della città attraverso acquisti di opere d'arte e
materiale archeologico.
Famosa
era la pinacoteca dei Muselli formatasi con Giacomo, il quale nel 1641 la cita
nel suo testamento, proibendo ai figli di vendere ed imprestare le opere d'arte.
Opere d'arte importantissime tra le quali risultavano diversi Veronese e
Tiziano, nonché pitture e disegni di Giorgione, Bellini, Schiavone,
Parmigianino e Farinati.
Ma
la collezione con il tempo fu frazionata e venduta ed ora si trova in diverse
collezioni private e pubbliche in Italia ed all'estero anche se per molti quadri
si sono perse le tracce.
Nel
corso del XVII secolo i Muselli trasformarono la residenza di campagna delle
"Colombare" in villa con la sistemazione esterna in giardino
all'italiana, operazione che durerà per più di cinquant'anni dal 1654 al 1709
(l'attuale Musella).
Nel
XVIII secolo i Muselli si distinsero nel mondo letterario veronese attraverso
mons. Gian Francesco (1675-1757) Prefetto della Biblioteca Capitolare, mecenate
e finanziatore delle pubblicazioni più impegnative del Maffei. Mentre il nipote
Jacopo (1697-1798), collezionista e scrittore, pubblicò nel 1752 con dedica a
Federico Cristiano di Polonia la sua poderosa opera, relativa alla propria
collezione di monete rare, intitolata "Numismata antiqua collecta et
edita" e tale gesto gli procurò la concessione del titolo nobiliare di
Marchese.
Anche
Giuseppe (1726-?), figlio di Jacopo Arciprete della Cattedrale e scrittore,
lasciò numerosissimi scritti sulla storia sacra veronese.
Girolamo
(1744-1813), suo fratello, continuò la discendenza ma solo con prole femminile.
Infatti
avrà quattro figlie: Teresa (1795-1849), Eleonora (1801-1852), Matilde
(1802-1862) e Vittoria (1805-?). Morto il padre nel 1813, lo zio Francesco
(1739-1825) e la sorella Vittoria, le tre sorelle, già sposate, divisero tra
loro nel 1827 tutta la sostanza fondiaria. La Musella toccò a Matilde e il
marito Gian Girolamo (Momolin) Orti Manara morto nel 1858 lasciò innumerevoli
debiti.
Matilde
per pagare i debitori mise all'asta tra le sue proprietà anche la Musella, la
quale venne acquistata nel 1861 dal banchiere Luigi T rezza insieme al titolo di
nobile di Musella.
La possessione della "Musella"
Nel
"Summario", iniziato nel 1704, Girolamo Muselli annota a pagina 151:
"Possessione sopra il monte" - e continuando - "23 marzo 1607 -
Giacomo MuseIli q. Cristoforo acquista una possessione posta sopra il monte
nella vicinanza di Santo Martino Bonalbergo; ma giacente nella pertinenza di
Olivè, e Marcellise ... la comprò dico da D.o Orazio Pulici, per il prezzo di
ducati quattromila duecento e cinquanta; Pulici la comprò nel 1603 da Giò:
Domenico e Marco Marioni”.
Infatti
negli atti del notaio Pietro Antonio Lavori troviamo il documento di alienazione
in data 8 gennaio 1603. All'interno troviamo la descrizione del bene: "Totam
possessionem aratoriam et partim prativam cum vitibus moris et aliis arboribus
ac domibus fenili porticis et stabulo muratis copatis et solaratis in
pertinentia Oliveti in ora Malochi noncupatam il monte in diversis corporibus
infra confines describenda (m) ad libitum partium quantitatis in qua reperitur
apriore notam emptori ita affirmandi ... “.
L'acquisto
del Pulici fu contestato giuridicamente dalla famiglia Radice, la quale si
riteneva defraudata del bene in quanto acquistato da Giambattista Marioni nel
1591, ma tale Giambattista non aveva nessun diritto testamentale sulla
possessione che andava all'altro ramo dei Marioni. Tale bene era posseduto dalla
famiglia Marioni fin dal 1572, anno in cui troviamo una relazione estimativa
delle proprietà, la quale era chiamata “Li Campi del monte ditto de gratio”;
formata da 13 appezzamenti tra cui troviamo: Maloccho, Sopra Maloccho, Le
Celeghine, Le Archente, Li Zeretti e Val Lovara.
Questo
è il primo di una serie consistente di acquisti che porterà alla formazione di
una proprietà ben definita sul territorio sanmartinese, all'interno della quale
nella seconda metà del XVII secolo, attraverso trasformazioni interne ed
esterne, su preesistenze ediIizie, sorgerà la residenza estiva della famiglia.
Sempre
nel 1607, il 18 maggio, Giacomo compera "La Valeria" di campi 15 da
"Valeria del gli Bartolomeo delli Leoni - con casetta et un forno rotto,
nel sito per salire sopra il monte dalla parte di S. Martino, quasi contigua al
ponte e dirimpetto alla Venerabile Chiesa ... ".
Ulteriori
acquisti avvengono negli anni successivi ed esattamente: nel 1608 Le Cristane o
Malochetto; nel 1611 tre campi del Malocco; nel 1613 Val Lovara di Sotto, bosco,
casetta e finiletto per complessivi 27 campi; nel 1616 tredici campi arativi del
Malocco; altri tre campi nel 1620, sopra la casetta; Sabbioni e Marioni nel
1629, dal monte già in possesso fino alla strada per Marcellise; per ultimo,
nel 1632, l'acquisto di Malocco da Nicola Radice nipote di Isabella Radice e
precisamente delle Scalette, il Casale, la Susa, ed il Monte con sua casa,
barchessa, corte e stalla.
Questi
ulteriori acquisti portano la Musella ad una estensione di circa 250 campi
veronesi, meno di un"quarto dell'attuale proprietà.
Ma
comunque sufficienti per pensare al progetto di trasformazione della residenza
rurale in casa di villeggiatura estiva, tenendo presente che contemporaneamente
Giacomo (muore nel 1644) acquista numerosi appezzamenti nel territorio di
Montorio, ma soprattutto in quello di S . Martino e Centegnano, portando la
consistenza a 266 campi nel solo territorio sanmartinese, il quale in quell'epoca
si estendeva a poco più di 1000 campi veronesi.
1654-1709
- La Villa Musella
Dai
documenti citati nel precedente capitolo abbiamo visto come sul monte
esistessero già fin dal 1572 delle costruzioni di una certa entità che possono
essere visualizzate in una mappa del 1655 e descritte nel testamento del 1660 di
Christoforo Muselli: "Una possessione con Case da Padrone in monte, con
corte, giardino, fontana, brolo serato di muro con la sua chiesa intitolata ad
honore di S. Antonio di Padova, con stalle, forno, Caneve da Tinazzi et Botte il
tutto cerchiato di ferro, la chiesa fornita nobilmente di paramenti posta parte
nella villa di Marcellise, et in parte nella villa di Montorio d'Olivé".
In
tutti e due i documenti troviamo la chiesa già eretta; infatti tale costruzione
è l'antefatto del totale rinnovo. Nel "Summario" Girolamo ne parla a
pagina 150: "Fu fabbricata essa Chiesa l'anno 1654 dalla generosità pietà
e divozione delli q.m. Sig. miei Avo, e Biszio paterni , come denota chiaramente
la seguente iscrizione, che leggesi scolpita in marmo sopra la Porta della
medesima - D.O.M. Matri Dei magna, divoque Antonio Patavino tutelaribus maiorem
ex voto dicant, dedicant pii supplices Christophoris, et loannes Franciscus
fratres de Musellis Anno MDCLlV (attualmente scomparsa). - La q.m. Sig.ra Chiara
r.a del sopracitato Sig. Cristoforo costruì nell'anno 1674 l'altare di marmo
nella Chiesa antedetta (essendo stata fino a quel tempo la sua mensa di legno
con la Pala del celebre Carpioni affissa nel muro) come si può dedurre dalla
seguente iscrizione, che leggesi a caratteri d'oro in fronte all'Altar nominato.
- D.O.M. Divoque Antonio Patavino Templum erectum a Christophoro Musello, Clara
de Cavalcabobus eius Uxor hoc Altare exornavit Anno 7674".
Il
progetto di trasformazione è legato soprattutto alla possibilità di ottenere
la concessione di portare l'acqua alla villa. Sempre nel “Summario” Girolamo
scrive: “Desiderando li sig. Cristoforo, e Giò Francesco fratelli Muselli
miei Padre e zio abbellire il monte della Musella più che fosse loro possibile,
e considerando esservi per ciò necessaria I’aqua viva, rissolsero di
supplicare la fontana, che scaturiva in diversi piccioli ruscelli nel Vaggio di
Vargiana territorio Veronese in Villa di Castagné, per condurla sopra il monte
sodetto e valersene principalmente ad uso domestico e per irrigare quella
quantità di terra di cui l’acqua fosse capace, come si legge dalla supplica
presentata al magistrato Ecc.mo delli Beni Inculti sotto il giorno 23
d’Ottobre 1655”.
L’investitura
porta la data del 27 aprile 1656: successivamente numerosi sono i ricorsi e le
liti con i confinanti, i quali si conclusero solo nel 1698. Morto prima Giò
Francesco e nel 1672 Christoforo, il “progetto” passa a Giacomo, Girolamo e
Paolo fratelli Muselli, i quali alla data della morte del padre avevano
rispettivamente 32, 29 e 27 anni. Nessuna notizia ci arriva dal “Summario”
sulle trasformazioni avvenute, né sui progettisti che vi hanno lavorato.
Unica
conferma ci perviene, in riferimento al suddetto condotto d'acqua, su
Christoforo, il quale aveva iniziato dopo la concessione della fontana Vargiana,
i lavori di rinnovamento della corte rurale: “.... ma conoscendo noi Giacomo
Girolamo, e Paolo fratelli Muselli, che il nostro monte detto la Musella, quale
avevamo stabilito d’ornare al possibile, senza I’acqua viva, sarebbe
riuscito come un corpo senz’anima, e volendo noi, come richiedeva il nostro
debito, terminare ciò che il sig. nostro padre aveva con tanto ardore e gusto
intrapreseo ... “.
Il
progetto viene concluso da Giacomo e Paolo che lasciano sui pilastri d'ingresso
della villa, con a tergo la data del 1709, due pezzi di un'unico pensiero
indirizzato agli ospiti.
Musella: da corte rurale a residenza signorile
Villa Musella: la facciata degli imperatori - foto archivio Sergio Spiazzi
Continuando
la nostra ricerca sulla villa Musella vediamo come la corte rurale
cinquecentesca viene trasformata in residenza signorile attraverso una completa
ristrutturazione esterna, del giardino, ed interna, della nuova distribuzione
spaziale.
“Dissegno
dell’Acque Muselli nelle pertinenze di San Martino BuonAlbergo, formato
l’anno 1728 sotto gl’12 Agosto".
In
questo modo viene indicata la mappa, di autore ignoto, nella quale vengono
descritte le acque dei Muselli e dove risalta il disegno della villa, oltre al
paese di San Martino.
Disegnato
e acquerellato con cura, il complesso della villa ci appare definitivamente
trasformato, almeno per quanto riguarda l'impianto seicentesco.
In
primo piano il cancello d'entrata, al centro di un muro semicircolare, che
invitava attraverso percorsi laterali e successivamente tergali il visitatore
alla facciata nord, la principale e più classica delle quattro, completamente
riedificata, dove all'interno trovava e trova posto, la sistemazione
planimetrica e parietale più interessante dell'intero complesso. Infatti da
nord un cancello e un viale di cipressi portava verso l'entrata principale.
Un'altra
entrata era disposta ad est, dove attraverso un portone archivoltato, una rampa
conduceva alla chiesa ed al fronte sud.
Rispetto
alla mappa del 1655, certamente è la sistemazione esterna che risalta, con
l'aggiunta a sud e ad est di una parte terrazzata dove trovava posto un giardino
all'italiana e la "voliera", mentre ai lati della terrazza due
costruzioni per il giardiniere e il gastaldo. Il campanile risaltava nella sua
seicentesca struttura, successivamente trasformata.
Importante
infine era la distribuzione delle fontane che trovavano posto nei punti
importanti della villa.
A
sud, sotto la terrazza, in una grotta artificiale, trovavano posto in tre
nicchie delle statue e l'acqua, scendendo dalla fontana soprastante,
probabilmente formava un'ambiente "sacro".
La
parte più importante dell'intervento si condensa neIl'ala nord, dove un
prospetto di armonica eleganza classica introduce nelle sale più
rappresentative della villa.
Ad
un salone centrale, un tempo sala d'armi, si affiancano simmetricamente quattro
stanze; queste occupano una doppia altezza e sono tutte affrescate. Il salone
presenta affreschi che datano 1687, con scene mitologiche ispirate ai venti, tra
riquadrature architettoniche; le altre quattro, di cui una datata 1686, mostrano
episodi sempre di sapore classicheggiante.
Molti
sono i pittori indicati come esecutori di questi affreschi, tra cui spiccano
Ludovico Dorigny, Antonio Zanoni, Biagio Falcieri ed ultimo Francesco Barbieri
detto lo Sfrisato.
L'oratorio
della villa, affrescato da Biagio Falcieri nel 1687, mostra all'altare una pala
dedicata a Sant'Antonio di Giulio Carpioni detto il Vecchio del 1673-74. Altri
luoghi della villa sono stati affrescati nel corso del XVIII e XIX secolo. Oltre
al corpo centrale, la residenza estiva viene completata dai Muselli, in periodi
successivi, con la costruzione di edifici di pertinenza, stalla dei cavalli,
casa del castaldo, cantina del vino, abitazioni della servitù, casa del
giardiniere ecc.
Una
descrizione completa della villa e pertinenze l'abbiamo nella "Stima dello
stabile Musella - anno 1859", dove appare la villa nella sua antica
distribuzione, come ad esempio nella descrizione del locale n. 20. "Locale
sovrapposto al n. 11 e parte del locale dei torcoli piano di cotto soffitto a
travi e tavole, due finestre con scuri interni, telai a vetri rotondi, e scuri
interni, fra le quali camino a contorni di marmo rosso sagomato, con gradino di
tufo, murato in lume e sopra il camino lo stemma Muselli scolpito in pietra ...
".
Villa Musella - particolare di una incisione del 1754 (lato ovest) - archivio Sergio Spiazzi