Musella - Villa. Foto A. Scolari - 2007.
Scheda storica - Arch. Sergio Spiazzi
Villa Musella
Tra il 1654 ed il 1709 l'attuale Villa Musella viene trasformata da casa padronale in palazzo con la sistemazione esterna in giardini terrazzati all' italiana. Diverse sale dell'ala nord vengono affrescate così come la chiesa costruita nel 1654 per volere di Cristoforo e Gianfrancesco Muselli. L'ala nord, raddoppiata con un nuovo corpo longitudinale, viene affrescata tra il 1686 ed il 1687 anche se non tutti gli affreschi sono datati.
La sala più importate è quella centrale detta "Salone dei Venti" che mostra una copertura a padiglione e vele con una cupoletta ellittica centrale, dove un sistema meccanico collegato con una banderuola esterna, indica su una "Rosa dei Venti" la direzione appunto del vento.
Scene mitologiche di divinità dei venti della terra e del mare si dispongono specularmente sul soffitto.
Ai lati del salone altre quattro sale sono affrescate con scene mitologiche tra le quali troviamo "La Caduta di Eliodoro", "Giove Olimpico" e due trionfi allegorici tra divinità pagane.
"La Caduta di Eliodoro", datata 1686 ed il salone centrale datato 1687 sono della stessa scuola pittorica e molto probabilmente di Biagio Falcieri (Brentonico VR 1628 - Verona 1703) artista che "ciecamente si riputava dai più pittore meraviglioso", anche se altri pIttori sono suggeriti come Francesco Barbieri detto lo Sfrisato (Legnago 1628 - Verona 1698) e Lodovico Dorigny (Parigi 1654 - Trento 1742), tutti e due che operano per la famiglia Muselli a cui forse vanno attribuite le altre tre sale, di stile diverso rispetto alle prime due citate.
Biagio Falcieri affresca, secondo il Lanceni, la chiesetta della villa nell'anno 1684 come ricordato nel "Summario di casa Muselli". La cappella è di forma rettangolare ed è coperta da una volta a botte con tre lunette per parte e due grandi lunette sui lati corti affrescate con miracoli di s. Antonio da Padova. Al centro incorniciate da una struttura architettonica, che si apre con un ovale, si dispongono le figure di s. Antonio, della Vergine e del Bambino Gesù tra nuvole e angeli in trionfo celeste.
Al piano superiore la villa conserva altre quattro sale affrescate con scene mitologiche. Partendo da sud troviamo la camera d'angolo affrescata con la raffigurazione di Venere e Cupido, poi la seconda stanza con il "Ratto di Proserpina”, mentre la grande sala mostra un trionfo allegorico datato 1738 con la firma del pittore Pietro Antonio Perotti (1712-1793).
L'ultima stanza, forse più tarda, mostra una scena mitologica con putti. Gli affreschi vengono ritoccati più volte nel corso dei secoli anche se possiamo dire che si sono conservati perfettamente fino ad oggi, soprattutto per la sensibilità dei vari proprietari che si sono succeduti nei secoli nella villa; dalla famiglia Muselli alla famiglia Trezza fino alla famiglia d'Acquarone che recentemente ha disposto una pulitura generale delle pareti dipinte e del restauro delle stesse.
Giacomo
Franco, architetto della Musella.
Nel 1861, quando la Musella fu acquistata dal banchiere Luigi Trezza, il palazzo si trovava in una situazione architettonica definita nel corso del XVII secolo e descritta molto bene in una perizia giudiziale del 1859.
Tra il 1861 ed il 1862 l'architetto Giacomo Franco, su incarico di Luigi Trezza, intervenne sulla villa dei Muselli con un intervento radicale.
Non sono stati trovati progetti o documenti che comprovino l'incarico, ma solo un accenno del Sormani-Moretti nel 1904 che attribuisce al Franco " ... la riduzione con molti abbellimenti della villa Trezza alla Musella presso S. M. Buon Albergo".
Giacomo Franco era architetto molto conosciuto e celebre all'epoca. Nacque a Verona l'11 febbraio 1818 da famiglia nobile, nel 1842 sposò Antonietta Vela figlia di Teresa Muselli, ebbero un figlio Ernesto, morì a 77 anni nel 1895. I Franco avevano diverse proprietà nel territorio di San Martino portate anche in dote dai Muselli.
Fu insegnante di architettura all'Accademia delle Belle Arti di Venezia; architetto eclettico, partecipò a numerosi concorsi (municipio di Vienna, Facciata del Duomo di Firenze) con lusinghieri successi e vinse quello per l'erezione del Duomo di Lonigo.
Diresse interventi di restauro in Verona su S. Zeno, palazzo del Consiglio ecc ... , fu abilissimo incisore e grande collezionista.
Suoi sono i progetti del Macello, della Sinagoga, dell'Osservatorio di Custoza e del monumento a Vittorio Emanuele II in piazza Brà.
Nella villa Musella, il Franco intervenne con un progetto di restyling che mutò completamente l’estetica del palazzo, ma salvò tutte le stanze affrescate del XVII e XVIII secolo.
Durante gli ultimi lavori di restauro della villa Musella emersero tracce di questi interventi, come la facciata degli imperatori romani voluta dal Franco e datata 1862, come una incisione ricorda sul primo imperatore di sinistra.
Qui il palazzo venne sopraelevato per un metro abbondante per permettere il gioco arioso delle bifore del piano nobile completamente trasformato su questo prospetto.
Anche il campanile compresa la chiesetta vennero trasformati in stile neo-romanico e neo-gotico con l'aggiunta della serra. Le facciate sud ed est furono completamente rinnovate in stile moresco.
Anche la facciata nord subì delle trasformazioni, con l'aggiunta dell'accesso coperto che sale verso l’entrata dei saloni affrescati e probabilmente con una nuova situazione di finestrature documentata da una traccia di affresco decapitato del XVIII secolo.
Nel cortile interno il Franco propose delle porte archivoltate neo-rinascimentali con colonne tortili attorno all'antica fontana seicentesca, anche se è difficile immaginare il tutto dopo gli interventi degli anni trenta.
L'intervento del Franco è sconcertante come la sua esistenza, contraddittorio e nello stesso tempo testimonianza di un'epoca tardoromantica ma anche ripetitiva negli schemi che di lì a poco lasceranno il passo a nuove architetture.
L'intervento del Franco non sarà l'ultimo; la villa subirà nuovi interventi alla fine del secolo in concomitanza con la sistemazione del parco, tra il 1882 ed il 1894.
Cesare Trezza, figlio di Luigi, rinnovò la villa sovrapponendo alla facciata moresca, ad est, del Franco, un prospetto neo-classico con porticato, ricavando all'interno una scala monumentale con stucchi, marmi e ricche decorazioni, con in alto una terrazza dominante sulla valle di Marcellise.
Alla facciata nord aggiunse un protiro in ferro (ora non c'è più) suggerito probabilmente dalla contemporanea costruzione della Tour Eiffel che Cesare aveva modo di ammirare nella sua residenza parigina.
La figlia di Cesare, la Duchessa Maddalena, restaurerà ed aggiungerà tra il 1927 ed il 1930 un chiostro interno, la biblioteca, modernizzerà il tutto con nuovi bagni, riscaldamento ecc... trasformando per l'ultima volta la villa, da poco sistemata con un restauro conservativo.
Villa lato nord. Foto A. Bertagna.