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La famiglia Gonella

 

 

    Cenni storici della Famiglia Gonella si trovano in un libretto, autore Don Antonio Pighi, stampato a Verona dalla tipografia Vescovile nel 1905. Tale opera era stata commissionata dall’allora Arciprete Abate della basilica di San Zenone Mons. Antonio Gonella.

 

    Mons. Gonella, nato a San Martino B.A nel 1860, era personaggio portato per l’arte (aveva disegnato il chiostro delle Piccole suore di Castelletto di Brenzone e l’asilo di Montorio) e sicuramente uomo di cultura, per cui doveva aver trovato tracce dell’importanza della sua famiglia nel corso dei secoli  tali da spingerlo alla ricerca sopra menzionata.

    La prima traccia storica di un Gonella  (Pietro) risale ad opere piuttosto importanti del 1400 come le Novelle di Franco Sacchetti, le Facetiae  scritte nel 1450 da Giovanni Francesco Poggio Bracciolini.

    Del XVII secolo sono Scelta di Facetie, Motti, Burle et Buffonerie del Pievano Arlotto in questa opera si scrive anche di Pietro Gonella che si dice essere di Vicenza.

    Del 1739 è un poema giocoso in XII canti di Giulio Cesare Beccelli intitolato “Il Gonella”.  Il poema riporta un ritratto del nostro personaggio tratto dall’originale dipinto di Cosmè Tura del 1465 che si trova nel palazzo ducale di Schifanoia a Ferrara. Ha un cappello fatto a cono, cinto da una tesa che termina sul davanti con una punta, tiene in mano una tartaruga. Il cappello è simbolo della sua professione: buffone del Duca, la tartaruga è simbolo di saggezza, cioè è vero che si ride ma al fondo della risata c’è sempre qualcosa che deve far riflettere.

    Oggi questo mestiere è piuttosto svalutato: basta guardare la TV e di buffoni ne vediamo in qualsiasi campo. Il bello è che costoro si prendono e vengono presi sul serio. A quei tempi bisognava invece avere un’intelligenza piuttosto eccezionale per divertire il Signore senza offenderlo e rimanere sempre nel suo favore.

    E’ divertente la descrizione dei veronesi che il poeta mette in bocca al nostro eroe:

 

                                    Ebbi col mestier nuova occasione

                                    Di conoscer l’umor di quel paese

                                    Allegri son e amabili persone

                                    E con i forestier ognun cortese

                                    Ma tra loro non serban tal ragione

                                    Ed in occulto s’odiano o in palese

                                    Per altro son ingegnosi e discreti

                                    Abbondanti di sassi e di poeti.

 

    Domenico Maria Manni nelle sue Veglie Piacentine del 1762 scrive una biografia del Gonella e suppone che sia invece originario della campagna fiorentina perché in quell’epoca una famiglia con tale cognome abitava a S. Biagio Petrinolo presso l’Arno e nell’antica Chiesa si trovava la loro tomba.

    Malgrado tutte queste notizie in qualche modo un po’ discordanti sembra accertato che Pietro fu al servizio del Duca Obizzo III d’Este signore di Ferrara negli anni intorno al 1350.

    Fu certamente personaggio molto famoso per i suoi tempi se ebbe l’onore di essere ricordato cento anni dopo in un grande ciclo di affreschi, come ho scritto più sopra. 

    Pare avesse un vecchio cavallo bolso e spelacchiato el caval de gonela. Un giorno il Duca, per fargli uno scherzo fece tagliare la coda alla povera bestia, per cui i cortigiani ne prendevano in giro il padrone.

    Allora Gonella per rendere la pariglia tagliò il labbro di sopra ai cavalli del Duca e li portò in giro per la piazza dietro al suo cavallo scodato.

    Il duca inferocito condannò a morte il suo buffone, ma il giorno dell’esecuzione poiché gli dispiaceva perderlo ordinò che invece di calargli sul collo la scure lo si inondasse con una brocca d’acqua fredda. Ma l’effetto dell’acqua gelida fu così spaventoso che il poveraccio morì davvero… Questo raccontano.  

    A Venezia nella biblioteca Marciana (classe VII. Codice 839) si trova scritto che un ramo della famiglia Gonella proveniva da Cremona ed il suo capostipite giunto da tale città fu un chirurgo famoso: il maestro Pietro, vissuto nel secolo XIV. Da lui discesero i Gonella che fabbricarono molte case in contrada S. Geremia in Cannaregio. Nel corso del 1500 i discendenti ottennero di essere approvati come cittadini originari.

    Tra questi veneziani compare anche un cattivissimo: Giovanni, bandito dalla città per aver percosso il suocero però perdonato dopo un mese (!!!) per aver fatto pace con l’offeso. Qualche anno dopo lo stesso personaggio fu di nuovo cacciato per aver tolto un occhio alla sorella con un pugno e gettato l’occhio stesso nel fuoco!

    Dopo un po’d’esilio fu comunque di nuovo perdonato. Il tipaccio doveva essere molto importante  perché la Serenissima passasse sopra a certe ... cose.

    Nel tempo si impoverirono ma nella muraglia della calle Gonella a S. Giobbe si scorge ancora l’arma della famiglia: una stella.

     Altri Gonella li ritroviamo a Torino: un banchiere, Andrea, che ebbe da Carlo Alberto il titolo di nobile e i discendenti, Patrizi di Orvieto. Il loro blasone ha in basso un cane che corre, di sopra tre stelle, poi un elmo sormontato da una corona reale. Ci furono, in Piemonte, anche un cardinale e diversi religiosi e monache.

    Il nostro dottissimo Don Pighi continua la sua ricerca scova ad esempio un Gonella di Pisa traduttore dall’inglese dei primi volumi della “Storia e decadenza dell’Impero Romano“ del Gibon, e tanti altri personaggi onesti e più o meno famosi. Noi tagliamo corto ed occupiamoci dei nostri concittadini.

   

    Scrive don Pighi: “Il Capostipite della famiglia Gonella in S. Martino B.A. fu un certo Giovanni venuto a dimorarvi intorno al 1600. La sua professione era tintore essendovi allora nella casa ove tuttora dimorano i Gonella follo di panni  con Tintoria. Esistono ancora le tracce delle tine. Poi la Tintoria andò trasformandosi in Cartiera, e in questi ultimi anni in Segheria di legnami”.

 

Foto di: A. Gonella 1950

 

Elenca poi minuziosamente i vari discendenti della famiglia che erano nati in paese dal 1800 fin quasi ai suoi tempi.

 

Nota - documentazione storica di: Romano Gonella

Sintesi a cura di: A.Solati            

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