a cura di Sergio Spiazzi
I Cermisoni e il feudo di Campalto
Il
feudo di Campalto, posseduto fin dal 1407 dalla famiglia Guarienti, viene
acquistato, per Decreto del Senato della Repubblica Serenissima, come da Ducale
dell'8 dicembre 1422, dalla famiglia Cermisoni per 10.000 ducati. Tale feudo si
estendeva per quasi 200 ettari, da sotto l'abitato di S. Martino fino a
Centegnago, comprendendo la fossa di Campalto (Rosella) con diritti d'acqua e
gran parte delle Ferrazze.
Tale
feudo faceva parte nel XII secolo della Campagna Minore di Verona e
successivamente della Fattoria Scaligera, cioè era un territorio che
apparteneva alla città di Verona ed in senso moderno considerato pubblico ma
severamente regolato da leggi.
La
famiglia Cermisoni non ha lasciato tracce nei toponimi sanmartinesi e nemmeno è
rimasta nella storia locale. Originaria di Padova, la famiglia deve la sua
notorietà ad Antonio Cermisoni, rinomato medico di Verona che acquista insieme
con il padre Bartolomeo il Feudo di Campalto. Feudo che con i diritti d'acqua e
di pesca godeva del " ... datio del pan et vino del grosso et minuto della
carne et delle bestie ... " Inoltre godeva della decima parte del raccolto
e del bestiame che nasceva nel feudo ed inoltre il diritto di pascolo su tutto
il territorio compreso quello di Centegnano. Mentre tutti coloro che lavoravano
nella possessione “... gastaldi et acquaroli et altri lavorenti ... "
erano esenti dalle tasse.
Famiglia
molto ricca, divenne nobile attorno al 1500 con Pietro Cermisoni che fece parte
del Consiglio di Verona.
Nel
corso del XVI secolo, per ramificazione della famiglia, il grande possedimento
fu frazionato in tre parti, ognuna delle quali spettò ad un figlio di Girolamo
Cermisoni.
La
parte più importante spettò a Pietro mentre il rimanente a Bartolomeo e ad
Alessandro.
Il
feudo, anche se frazionato, rimase della famiglia Cermisoni con tutti i diritti
iniziali riconfermati dalla Repubbica Serenissima nel 1588.
Pietro
ha cinque figli da Angela Concoregia ed Alessandro ne ha otto da Cristina
Sagramoso, mentre di Bartolomeo che sposa Teodosia Avanzi non si hanno notizie.
Nell'estimo
del 1630 del comune di S. Martino, la Famiglia Cermisoni, nell'insieme, possiede
il 20% del territorio sconfinando a sud nelle campagne di Mambrotta (allora
territorio del comune di Montorio). Nel corso del 1600 i Cermisoni iniziano a
vendere pezzi del territorio, costretti da una ramificazione della famiglia e da
troppi diritti ereditari. Acquistano i Muselli, i Zenobio, i Pellegrini ed i Da
Monte che i Il 3 settembre 1651 prendono possesso della metà nordovest di
Campalto con " ... casa da Patrone e da Lavorenti; con corte serata di
muro; fenile; stalle; horto; forno; chiesa et giurisdittione d’acqua ...
".
Ma
la persona determinante e che vivrà fino a novant'anni sarà il Conte Cermisoni
il quale sposa Olimpia Sanguenea ed ha due figli:
Bartolomeo
ed Angela. Bartolomeo muore giovane senza figli ed Angela; con una dote di
4345:15 ducati, sposa Alessandro Da Lisca a Verona il 10 febbraio 1686.
In
precedenza, nel 1681, Carlo Cermisoni chiede di poter costruire una chiesetta
(successivamente distrutta) dedicata a San Giovanni Battista e " ...
bramando far risplendere la sua divozione verso la Beata Vergine Maria e verso
S. Antonio Confessore ... ".
Ma
la vicenda della famiglia continua ed Angela Cermisoni con Alessandro Da Lisca
hanno due figlie: Aquilina e Virginia. Aquilina si sposa a 16 anni, il 25 agosto
del 1708, a Verona con Angelo Maria Alberti, portando una dote di 4000 ducati.
Nel
1715 muore Angela Cermisoni madre di Aquilina che intanto ha già quattro figli
e l'anno successivo muore Angelo Maria Alberti, lasciando la moglie sola a
lottare contro il padre, Alessandro Da Lisca, per motivi di eredità.
Intanto
Carlo Cermisoni, ormai novantenne, lascia le sue sostanze a Carlo Maria Alberti,
suo pronipote, in cambio dell'assunzione del suo cognome insieme a quello dell 'AIberti.
Ma
le vicende continuano con Aquilina promessa sposa, nel 1721, al Conte Girolamo
Verità (assassinato da un rivale), e con la morte nel 1722 di Carlo Maria
Alberti-Cermisoni.
Con un finale degno di un giallo, termina il ramo principale dei Cermisoni e la nostra breve storia di questa famiglia ormai scomparsa che ha dato al territorio di S.Martino un passato comunque importante.