a cura di Sergio Spiazzi
La Famiglia da Lisca ed il feudo di Formighé
Nel libro "Comuni Giurisdizioni e Vicariati della Provincia di Verona" di Giuseppe Boerio ed edito nel 1795, Formighè veniva elencato tra i vicariati come feudo di particolare famiglia ed esattamente: "Comune tra S. Martino di Bonalbergo, la Rota e Vago. Giurisdizione di prima Istanza in Civile per ogni somma, spettante alla famiglia de Nobili Conti da Lisca, con appellazione in seconda Istanza agli eccellentissimi Rettori di Verona".
Le
terre di Formighè o Formighedo della famiglia Da Lisca costituiscono un raro
esempio di proprietà feudale rimasta a testimoniare una storia perpetuatasi nel
corso di sei secoli.
Nel
1391 ed esattamente il 16 di agosto, il Cavalier Guglielmo Da Lisca ottiene
l'investitura del Feudo Giurisdizione di Formighedo dal Duca di Milano, nel
periodo storico di transizione tra la signoria dei Della Scala ed il governo
della Repubblica Serenissima.
Lo
stemma di famiglia attuale è diviso in due parti con in alto l'aquila araldica
ed il basso un albero sempreverde che spunta da una serie di piccole montagne.
Alessandro,
figlio del cavalier Guglielmo, ha quattro figli maschi che vanno ad iniziare
quattro distinte discendenze, le quali ulteriormente si divideranno nel corso
dei secoli.
Nell'estimo
cittadino del 1653 le terre di Formighè risultano divise in quattro casate
dell'antica famiglia che abita nel quartiere di S. Vitale in Verona.
Nel
primo estimo, di Francesco Lisca, tra i beni posseduti vengono elencati quelli
del feudo ed esattamente: "A Formighè campi parte prativi senza vigne
parte palù e parte a pascolo si può cavare un anno con l'altro ducati
quaranta, in tutto sono campi trenta sei li circa con casa da padron. In quanto
della peschera del Fibbio da Formighè un anno con l'altro si può cavar
d'entrata ducati tre. Una casa in detta contrà che serve per mia habitazione"
.
Nel
secondo estimo della famiglia, Galeazzo da Lisca e fratello dichiarano di avere
tra l'altro: "Una possessione in pertinenza di Formighedo detta di sessanta
campi, campi quaranta circa aradori garbi et campi settanta prativi in circa
sottoposti alle acqua del Fibio et Antanello che rende quasi paludosa si puol
cavar ducati duecento in circa ... ".
Nel
terzo estimo Gerolamo Lisca denuncia una proprietà "...detta la Lendinara
in pertinenza di Zevio in contrà di Formigedo de campi cento in circa de quali
ne sono n. 25 - pradi vegri n. 35 - e vale n. 40 i circa et in somma sono tutti
pascoli con casa abitata con castaldo puoI render d'entrata ogni anno detrate
ogni spesa cento e cinquanta ... ".
Nella
quarta dichiarazione Pietro Lisca indica, tra i vari possedimenti, di avere
"... nella detta villa chiamata il Fenil Novo sotto Formighè con case da
lavorente la somma de quantità de campi trentasei circa e sono tutti prativi
… si può cavar circa novanta ducati all'anno esenti da tasse".
Se
si sommano tutte le proprietà il feudo originario poteva estendersi per cento
ettari circa (anche se si possono ipotizzare vendite e dispersioni tra il 1391
ed il 1653, anno degli estimi sopra citati).
In
data 5 luglio i Procuratori Sopra i Feudi di Venezia, Nicolò Dandolo, Zuanne
Dolfin e Francesco Malipiero confermano la legittimazione del feudo di Formighè
alla Famiglia Da Lisca secondo l'istanza formulata da Bandino ed i consorti Da
Lisca.
Tale
documento elenca tutte le possessioni, le entrate, i dazi, le decime del
Vicariato di Formighè e le proprietà in Caldiero e Verona.
Nel
XVII secolo la famiglia Da Lisca è già suddivisa in quattro linee o
"fuochi" ed esattamente la "Linea di Bandino", la
"Linea di Ginolfo", la "Linea di Alberto" e il fuoco della
"Linea di Mattia".
I
Da Lisca furono i primi, nel territorio di San Martino, ad investire e
trasformare la propria possessione di Formighè in un'azienda agricola
redditizia attraverso la coltivazione del riso. Per questo scopo nel corso del
XVI e XVII secolo chiedono alla Repubblica Serenissima l'investitura e quindi
l'uso dell'acqua del Fibbio.
Alla
famiglia Da Lisca, il 17 febbraio 1569, viene concesso l'uso dell'acqua del
Fibbio per un quadretto e mezzo " ... per inondar campi 150 circa a Risara
per pretio di ducati 750". Sempre lo stesso anno, con supplica del 1O
ottobre, Lunardo e Galeazzo Lisca chiedono l'uso dell'acqua del Fibbio "
... di sopra li molini di Formighè per inondar, e far risara Campi n. 130 di
pradi di sua ragione in pertinentie di Formighè in contrà di Lendinara".
Le richieste continuano nel 1570 da parte di Alessandro e M. Antonio, con
l'investitura del 22 gennaio " ... di mezzo quadretto per adaquar, e far
risara li suoi campi 50 circa, et edificio da pillar risi dei supplicanti per
prezzo di scudi 50 d'oro" e nel 1571 con l'investitura del 21 agosto.
Nel
1639 i consorti Da Lisca chiedono la conferma delle investiture del XIV secolo.
"Illmi
e Eccmi Signori
lo
BANDINO LISCA per nome mio, & come Leggittimo Procuratore di D.GIO.CARLO mio
Fratello ambedue figliuoli del qm D. Flaminio come successori del Medesimo
nostro Padre & delli qm R.do Daniele Archidiacono di Verona & Giulio
Cesare fratelli del sudetto q.m D. Flaminio & del q.m R Alvise fu del q.m D.
Dionisio fratello del detto nostro Padre investiti per Grazia Speziale di sua
SERENITA' se bene erano Sacerdoti tutti della linea di Bandino già tutti
investiti da questo Ecc.mo Magistrato sotto li 29 Giugno 1627. Item per nome
& come procuratore delli Conti Gio. Galeazzo & Alessandro del q.m Co:
Guglielmo come successori del Padre, e del Co: Ottaviano, & Co: Urbano suoi
zii, della linea di Ginolfo che furono parimente investiti sotto li 12 Agosto
1619. Item per nome, & come procuratore di D. Girolamo, & Gio.Batta del
q.m D. Pietro Paulo investito nel medesimo giorno 12 agosto 1619 della Linea di
Alberto tutti della Famiglia Lisca da Verona, Investiti dico del Feudo nobile
Gentile retto e Legale, del quale fu anticamente investito dal DUCA di MILANO il
Kavalier Guglielmo Lisca (dal quale tutti noi descendiamo legitimamente per
retta Linea) come appare dall'Investitura del Feudo Giurisdizionale di
Formighedo 1391.16.Agosto delle Case di Verona 1388.22.Maggio, & de beni di
Caldiero 1395.6.Giugno e confirmato dalla Serenissima Republica nella persona di
Sandro figliolo del d.o Kavaglier Guglielmo sotto li 18. Decembre 1405 (Chiesta
prima venia della tardanza in Suplicare la nuova Investitura). Riverenti
preghiamo le Sig.rie Ill.me & Ecc.me degnarsi concedere le renovazione delle
dette Investiture, conforme alle medesime che del tutto ne resteremo
obligatissimi allo loro Benignità alla quale ci raccomandiano G.re & c.
1639
Adi 30.Maggio Supplica presentata nel Magistrato Ill.mo de i Feudi per il molto
R.do sig. no Gio.Batta LISCA per nome delli Sig.ri Gio.Carlo & Consorti
LISCA da Verona per ricevere renovativa Investitura" .
Nel
documento del 5 luglio 1639 sono elencate le varie proprietà in Formighè delle
famiglie Da Lisca. Ritengo importante la pubblicazione del documento che si
trova conservato nell'Archivio di Stato di Verona.
Cominciando
con la linea di Bandino troviamo in ordine: "I due terzi d'una Possessione
di Sessantacinque Campi già venduta dal 1545 da D. Antonio Maria a D. Lodovico
de Lischi dichiarata per giudizy seguiti l'anno 1579,1587 e 1607 doversi
dividere tra compartecipi del Feudo, posta in pertinenza di Formighedo di Sopra
il Fiume Fibio. Un pezzo della qual possessione perviene a detta Linea per i
detti giuditij, l'altro terzo l'anno avuto dalla linea di Ginolfo havendole dato
in permuta li Vinti Campi della possessione delli sessanta Campi che per i
medesimi giuditij dovevano parimente dividersi tra compartecipi che alla detta
linea di Bandino appartenevano.
Item
- Una pezza di terra di quantità di mezo Campo in c.a. di sopra il Fibio
parimente da una parte il Fibio e dall'altra parte la via Commune e dalla terza
D. Fran.co q.m Cesare Lisca dove da lui indebitamente vien poseduta essendo
incapace del Feudo, detta il prado dall'Asino.
Item
- una pezza di terra paludiva chiamata l'isola del Molino di Campi cinque con
due casette & con tre mole da molino, confìna da due parti il Fibio e
dall'altra D. Gio. Carlo, e Bandino Lisca supplicanti con la seguente pezza di
terra.
Di
sotto il Fibio nella so detta pertinenza di Formighedo. Una pezza di terra parte
arrativa e parte prativa con una Casetta da una parte la via Commune, &
dall' altra il Fibio, e dalla 3a la sopra detta pezza di terra di Campi
diecinove in circa chiamata le peagnole di fuori.
Item
- una pezza di terra parte arrativa e parte prativa da una parte il Fibio,
dall'altra gli heredi, o' successori del qm. D. Galeazzo Lisca, e dall'altra la
via commune di Campi quaranta in circa detta le peagnole di dentro overo Risara.
Item
- una pezza di terra prativa e arrativa In parte con una Casetta da una parte il
Fibio dall'altra i Successori del sodetto D. Galeazzo & dall' altra il Co:
Galeazzo e fratello Lisca suplicanti di Campi quarantacinque detta le Sabionare.
Item
- una pezza di terra arrativa con una Casetta, da una parte il Fibio dall'altra
le ragioni del Monastero di San Giacomo dal Grigliano, dall'altra gli heredi del
sig. Alvise Vico, & dall'altra D.o Gio. Carlo e Bandino suplicanti di Campi
Sedeci detta la Macagnina.
Di
più la terza parte del Vicariato di Formighedo di sopra & di sotto del
Fibio con la Saltaria, Dazij, pascoli, Decima, esentioni, acque, et altre
raggioni, preminenze, giurisdizioni, emolumenti, honori & utilità spettanti
al Feudo di Formighedo conforme alle altre investiture".
Oltre
la proprietà di Formighè la linea di Bandino possedeva beni nel comune di
Caldiero ed esattamente: "Una Ottava parte, detratto il quarto della Chiesa
& di più la 3a parte d'una altra Ottava parte delle Regioni di Decimar
nelle pertinenze di Caldiero di tutte le biade si grosse come minute, fieni,
& uve, come nell'investitura del 1395".
Come
si vede i privilegi feudali che risalgono alla fine del XIV secolo sono enormi e
si riferiscono non solo a proprietà immobiliari, ma ad introiti in denaro e
beni di consumo attraverso applicazioni di tasse e decime, oltre a diritti
sull'uso esclusivo delle acque.
Questi
privilegi vengono confermati dal Senato della Repubblica Serenissima con la
Ducale dell'11 febbraio 1695.
Continuando
ad esaminare il documento del 1639 andiamo a capire come sono divisi i beni tra
la linea di Ginolfo, di Alberto e altre proprietà ereditate da linee
fuoriuscite dal Feudo stesso.
I
beni posseduti dalla linea di Ginolfo si suddividono tra Formighè, Caldiero e
Verona ed esattamente: "In Formighetto di sotto il Fibbio. Una pezza di
terra di campi centro trentauno .... da una parte il Monastero di San Giacomo
del Grigliano, dall'altra il Fiume Antanello e dall'altra D.o Gio.Carlo e
Bandino Da Lisca Suplicanti. Item la decima d'alcune pezze di terra, così
chiamata nelle Investiture antiche pagata in parte dalle ghiare de Monaci del
Sodo o Monastero & parte dalle ghiare de gl'heredi del qm sig. Alvise Vico,
i quali in parte si come anco altri l'usurpano.
Item
il terzo del Vicariato di Formighedo di Sopra, e di sotto al Feudo in prima
istanza con la Saltaria, Dazy, pascoli, Decima, esintoni, acque & altre
raggioni preminenze giurisdittioni, emolumenti, honori & utilità spettanti
al Feudo di Formighedo, conforme alle altre investiture, & con le altre
apellationi all'Ill.mi Rettori di Verona.
Seguono
i beni in Caldiero secondo l'investitura del 1395 e quelli di Verona in S.
Vitale del 1388.
Alla
linea di Alberto spetta il terzo del Feudo di Formighè, sopra e sotto il Fibio,
"Item una pezza di terra detta la Fontana apresso il Fossato nuovo de campi
nove in circa posseduta da D.o Girolamo, & Gio. Batta q.m Pietro Paolo Lisca
supplicanti, Item una pezza di terra detta di presente il Fenil nuovo per
esserne stato fabricato sopra una Casa con fenile di campi ottanta in circa, da
una parte il fiume Adige dall'altra Ottavio Romagnolo & dall' altra il Fiume
Antanello, posseduta da D.no Pietro Lisca ... ". Seguono i beni in Caldiero
e Verona.
Il
documento prosegue elencando tutti quei beni posseduti secondo le antiche
investiture ma che si trovano fuori dai compartecipi del feudo e in proprietà
di persone estranee ad esso, in quanto i legittimi antichi proprietari
convengono di supplicare per riunire il Feudo originario. Tali beni si trovano
tra il territorio di S. Martino, Caldiero e Mezzane.
Se
si confrontano i dati del documento possiamo tracciare idealmente dei confini di
tale Feudo che appare disgregato tra Verona (in contrada S. Vitale dove i Da
Lisca possiedono Palazzi, case e dove risiedono), Caldiero, Mezzane e Formighè.
Solo il territorio di Formighè ammonterebbe a 450 campi, con case, molini,
rustici, per una estensione pari alla metà dell'attuale Musella, con tutti i
diritti già citati.
Ritornando alla famiglia Da Lisca, il Cartolari ne parla nel suo lavoro del 1855 "Cenni sopra varie Famiglie Illustri di Verona" aggiungendo alcune curiosità sull'origine del casato, che secondo alcuni storici sarebbe originario di Roma e stabilitosi a Firenze nel nono secolo. Secondo il Cartolari la famiglia Da Lisca: "Nell'anno 1320, o circa, scacciata da Firenze dalla fazione Guelfa si ricoverò in Verona presso lo Scaligero Francesco detto Cangrande, ed il primo che qui fissò la sua dimora fu il cavalier Giovanni. Guglielmo figliolo di lui fu Generale del Visconti padrone di Verona, e diede prove di fedeltà grande e di straordinario affetto verso quel Principe, premiato poi coll'investitura del feudo di Formighè, e d'altri luoghi ... Oltre alcuni Generali d'arme e varj Cavalieri, questo casato può vantare Ambasciatori, Luogotenenti di Principi, Protonotarj Apostolici, Giudici di Collegio, celebri scrittori e Giureconsulti onorati di cariche assai luminose nelle propria patria e fuori ... Un tempo varie erano le famiglie Da Lisca; adesso due sole se ne contano, quella del Conte Alessandro (il quale da pochi anni è morto), detto anche Marchese, e quella del vivente Nob. Bandino, ambedue ricche ed orrevoli".